Quantcast
Channel: asinochileggeancora
Viewing all 226 articles
Browse latest View live

Io, Lui & il cane

$
0
0
Domenica pomeriggio, sole.
Quale migliore occasione per passare qualche ora con il proprio cane? La passeggiata l'abbiamo già fatta ed essendo un cucciolo di soli 7 mesi non può ancora esagerare con l'esercizio fisico, così optiamo per un grande prato dove giocare spensieratamente.
"Prendiamo una palla!" esclamo io
"Sisi dai! Giochiamo a passarcela senza che Zac la prenda così si sfoga" ribatte Lui.
Gasati come non mai iniziamo a passarci la palla.
Dapprima il cane manco ci guarda, troppo impegnato a controllare la zona. Imperterriti io e Lui continuiamo nel gioco noncuranti (o meglio, fino a quando non notiamo che Zac sta sbranando una costina trovata chissà dove e, soprattutto, di chissà quando).
Non demordiamo.
Finalmente il cane ci guarda, finalmente capisce che siamo lì per lui, per giocare. Lui tira la palla, il cane corre, arrivo io che con una puntina degna dei migliori giocatori di baseball americano al momento del kickoff mando un proiettile fuoricampo.
Pallina 1 - pomeriggio di gioco 0.
Non demordiamo, mi sono portata un'altra pallina, più piccola e sonora. La tiro fuori e non faccio nemmeno in tempo a lanciarla in aria che Zac, con l'elevazione di una ballerina del Bolshoi, me la ruba prima ancora che io me ne accorga.
Siamo nel prato da soli 10 minuti e abbiamo già finito le nostre risorse.
Non demordiamo.
Inizio a correre qua e là, rischiando persino un attacco di cuore visto la mancata forma fisica, riuscendo a seminare il cucciolo che non é pratico della zona. Aggiro uno specchio d'acqua ghiacciato per allungare il giro quando, il quadrupede bianco e furbo, pensa bene di tagliare per raggiungermi prima.
Si tuffa a volo d'angelo sull'acqua ghiacciata, evidentemente non capendo del rischio che sta correndo, scivola in stile Via col Vento e la grazia di Bambi fino ad arrivare ai miei piedi, fintamente zoppicante.
Io e Lui ci guardiamo in faccia bianchi come fantasmi per lo spavento, il cane ci fissa e in men che non si dica torniamo a casa.
La domenica pomeriggio, seppur col sole, é meglio passarla davanti alla televisione.


PS: per la cronaca, il cane non si é fatto niente, é bastato un biscottino per farlo saltare come un grillo nuovamente.

Patate & Riso

$
0
0
Mia nonna l'ha sempre detto: "tu potresti vivere a patate e riso".
E come darle torto?
Non per nulla la sofferenza (se così si può chiamare) nell'essere celiaca mi ha colpita meno rispetto a molte altre persone. Sì, per carità, un bel panino crudo & rucola all'autogrill me lo farei anche io e sì, mentre tutti mangiano una pizza al ristorante e io guardo la mia triste insalata sembro il gatto di Shrek. Ma sarebbe stato ben peggio se mi avessero proibito, appunto, patate o riso.
Dall'infanzia il mio piatto preferito é la minestra di riso, carica di patate bollite, o anche il riso in bianco, il risotto, il riso al salto ma anche patate al vapore, puré di patate, patate fritte, rösti di patate... Devo continuare?
Inutile dire che, durante il lungo viaggio in Asia (LINK), mentre Lui dopo qualche giorno già bramava la pizza del ristorante sotto casa o le tagliatelle di sua mamma, io sguazzavo in ogni sorta di piatto tradizionale strafogandomi di riso insapore e salse piccanti. Se vi dicessi che al rientro da 100 giorni, alla domanda di mia mamma *cosa desiderate per cena quando tornate?* ho risposto risotto? Già, ancora.
Ad ogni modo, anche il sud America mi ha regalato grandi gioie dal punto di vista alimentare. Il Paraguay in primis, grande consumatore di mandioca e almidon. Ogni volta che vengo devo passare settimane al rientro su tapis roulant & ciclette per smaltire i fianchi da chipa (per chi non sapesse cos'é la chipa urge un viaggio o almeno una ricerca su wikipedia!).
Ma non é di queste prelibatezze che ho intenzione di parlare, bensì di questo piatto caldo che anche a 45°C con umidità al 90% sarei capace di mangiare. Per il quale non basta mai una porzione e non ne avanza mai per poterselo gustare riscaldato. Un pasto completo, piccante (a dipendenza dei gusti), gustoso e leggero (questo é quel che credo io, guai a chi mi toglie la convinzione).
La ricetta, seppur senza foto da fighi né dosi precise l'ho rubata a colui che secondo me, in questo campo, é il campione. Provare per credere!

GUISO CON CARNE (4 persone)
500g carne di manzo (tipo spezzatino)
2 -3 cipolle
1 spicchio di aglio
1 peperone rosso
5-6 pomodori
2 tazze di riso (da caffelatte, circa 400g)
qb peperoncino
qb brodo di pollo
qb olio di semi
ev sale & pepe
  • In una pentola scaldare un goccio di olio e far soffriggere l'aglio tagliato finemente fino a quando risulta dorato. Aggiungere la carne a cubetti non troppo piccoli (circa 2-3cm di lato) e far rosolare bene per almeno 5-6 minuti. Dovrà risultare dorata e i pori si saranno chiusi
  • Aggiungere il peperone senza pelle e tagliato in una fine brunoise (cubetti piccolini) e lasciar cuocere qualche minuto prima di aggiungere il brodo (lui ha utilizzato due dadi). Unire la cipolla ed eventualmente il peperoncino e lasciar cuocere anch'essa per qualche minuto
  • Quando tutto sembra quasi cotto aggiungere i pomodori privati della pelle e tagliati a cubetti piccoli, far rosolare anche loro
  • Aggiungere il riso (il chicco deve essere allungato ma comunque leggermente tondo, quindi la via di mezzo tra un basmati e un arborio/carnaroli) e rosolarlo come per un risotto fino a quando il chicco diventa traslucido. A questo punto é possibile sfumare con un po' di vino (cosa che qui non facciamo) e aggiungere l'acqua all'occorrenza (come per un risotto). Continuare la cottura del riso in questo modo fino a quando sarà cotto, aggiustare di sale e pepe se necessario
  •  Gustare caldo






NOTE:
probabilmente ci sono millemila ricette di guiso con arroz e ogni famiglia ha la sua personale. Questa resta la mia preferita in assoluto ed é perfetta per questi giorni invernali. La consistenza del piatto varia dalle proprie preferenze, io lo preferisco più asciutto, come se fosse un risotto rosso con carne ma c'é chi lo preferisce più brodoso, come se fosse una zuppa. Lo stesso vale per il quantitativo di riso, chi ne preferisce di più, chi di meno.
Ah, dimenticavo! È importantissimo trovare (o fare da) una cavia per assaggiare il gusto...

Technogym

$
0
0
Non soltanto ti sei fatta beffare mentre ti allenavi, sudaticcia e paonazza, i capelli che volano ovunque e uno stile patchwork.
Già, quei leggings consumati, una canotta che manco Mr Sfiga sul litorale ad agosto col bicipite piazzato, le scarpe con le stringhe mangiate dal cane e una bella felpona informe per "nascondere tutto".
Al tuo lato Lei.
Quelle che probabilmente per ogni seduta in palestra prendono una giornata di vacanza per pensare al look, che ve lo dico, Belen a confronto sembra sciatta. Il pantalone é ovviamente di marca e sembra un guanto sul corpo di una sirena, matchato perfettamente con il top (altrettanto ovviamente con l'addominale scolpito sotto). Scarpe da "ne ho diverse, scelgo a dipendenza dell'umore" e coda di cavallo (pulita e candida) svolazzante a ritmo di tapis roulant.
Dopo un'allenamento di 2h nemmeno un segno di fatica.
Ma te ne fai una ragione.
Solitamente dopo l'allenamento raccatto le mie cose, salgo in auto (sì, vado in palestra in auto e sì é un controsenso e no non mi sento per niente in colpa o ridicola) e scatto a casa dove, con tutta la pazienza del mondo mi faccio una doccia con i miei asciugamani, il mio shampoo, il mio balsamo, il mio sapone, la mia spazzola,... Devo continuare?
A volte però capitano appuntamenti di lavoro, fretta o problemi logistici e quindi dopo l'allenamento mi reco negli spogliatoi.
Lo stress comincia già prima dell'allenamento, a casa, quando devo preparare una borsa che sembro in partenza per le olimpiadi e, comunque, riesco sempre a dimenticare qualcosa. La scelta dei vestiti é casuale, pesco qua e là mutande e magliette nella speranza che assieme non stiano troppo male.
Lo spogliatoio é vuoto, sulla mia panca inizio a spogliarmi quando sento la porta aprirsi e, ovviamente, é Lei.
Malgrado le due ore di allenamento emana profumo di pulito (e da qui mi convincerò a comprare vestiti dry-fit per la palestra, pur non facendo lo stesso effetto su di me). Apre con grazia il suo armadietto, ordinatamente tira fuori le sue cose e inizia a spogliarsi.
Io, che improvvisamente sembro Mr Bean quando va in piscina per la prima volta misto ad un'adolescente complessata cerco di spogliarmi con un asciugamano addosso facendo però quella che "ma vaaaa mica mi copro". Riesco finalmente a lanciarmi in doccia e valuto se metterci poco per batterla sul tempo o passare ore sotto il getto sperando che mi batta lei. Quando esco lei ha un turbante in testa e l'asciugamano legato al seno, io trenta cose nelle mani, ho dimenticato l'asciugamano per i capelli e sembro un gatto arruffato.
"Ciao, ci vediamo spesso ma non ci siamo mai presentate".
O.o
E mentre intavolo una discussione mi accorgo che non soltanto sembro un'idiota ma ho pure preso un paio di mutande rosa e un reggiseno blu acceso: bingo!
Due sorrisi, tre cortesie, me ne vado con i capelli ancora bagnati (a rischio bronchite), le scarpe slacciate e ovviamente ancora paonazza.
Io ve lo dico, se c'é una cosa che odio più dell'andare in palestra, é fare la doccia dopo la palestra!

CHIACCHIERE (o FRAPPE) GLUTENFREE

250g farina GF per dolci
1 uovo
1 tuorlo
125g yogurt bianco
1 cucchiaio di olio di girasole + per la frittura
1 cucchiaio di zucchero semolato
1 pizzico di sale
qb zucchero al velo
  • In una ciotola lavorare la farina con l'uovo, il tuorlo, lo yogurt, il cucchiaio di olio di girasole e di zucchero fino ad ottenere un composto compatto e omogeneo. Lasciar riposare per una mezz'ora
Questo impasto é normale, non GF
  • Stendere l'impasto su un po' di farina in modo che sia ben fine, tagliare con la rotella dentata dei rombi, incidere due taglietti al centro e friggere in olio bollente 
  • Scolare e far raffreddare sulla carta assorbente così da togliere il grasso in eccesso e una volta fredde spolverare di zucchero al velo


NOTA:
Per la versione normale non ho messo lo yogurt ma solo un goccio di acqua per aiutarmi a rendere il composto omogeneo. Ho tirato la pasta con la nonna papera al minimo spessore (erano un velo) e le ho fritte. Inutile dire che queste sono venute più sottili :-)
Qui le foto di quelle normali.
 


Manuale di sopravvivenza

$
0
0
"Sei pronta? Partiamo?"
Sono le 10.20 e abbiamo il volo alle 17.30, seppur internazionale abbiamo 7h per fare un tragitto di 1h (mettiamo anche 3 se trafficato) e arrivare comunque prima che aprano il check-in. Un discreto anticipo per Lui definito quasi tirato. È dalle 7 che é in piedi, alle 7.15 aveva già fatto la doccia, si era vestito e aveva chiuso la valigia (mancava solo lo spazzolino). Alle 8 mi aveva proposto un caffè "sai, é sulla strada così arriviamo senza stress in aeroporto".
Alle 10.21 cedo e finalmente partiamo, trovando le strade deserte, il primo parcheggio libero, il carrello per la valigia adiacente all'auto e solo 8 ore da riempire.
Dopo la prima ora-ora e mezza passata tra un'edicola e una farmacia facendo giri improbabili mentre lui scrive chissà cosa sul suo iPad (scollegato da ogni e qualsiasi rete wifi) mi avvicino:
"Amore, cosa ne dici di farci un pranzetto? Ho visto che c'é un posto non male che fa anche cucina calda"
Distoglie gli occhi dallo schermo per un attimo, capisce che mi annoio a morte (sono affetta dalla sindrome di noiosaggine facile) e approva la proposta.
Al ristorante mentre io sfoglio la carta pensando a antipasto-primo-secondo-dolce, Lui ordina un'insalata verde.
No, non perché é un culturista fanatico del corpo che va in massa grassa e massa magra quattro volte l'anno. Oh no. È semplicemente timore nei confronti del proprio metabolismo (a buon intenditore...).
"Dai, ce lo facciamo almeno un bicchiere di vino per festeggiare la partenza?" e anche qui la risposta é negativa. La ragione é sempre metabolica.
È così che dopo un pranzo ridanciano (perché grazie al cielo la sua simpatia non ha doppi effetti), altri infiniti giri all'interno dell'aeroporto, il calcolo preciso sull'orario perfetto per utilizzare i 30 minuti di wifi gratuito, giochi idioti sull'iPad, qualche altro caffè e quantità indefinite di trucchi inutili al DutyFree saliamo finalmente sull'aereo.
Seduti, felici per la vacanza e pronti per visitare posti nuovi, io e Lui. Soli.
Non siamo ancora a 5'000 metri che si é calato la famosa mascherina sugli occhi, ai 10'000 sta già dormendo della bella e si sveglierà soltanto al mattino (9 ore di volo dopo per intenderci), mentre io avrò guardato 3 film, giocato a Farmville come se avessi 4 anni e letto metà del libro che mi sarebbe servito per la vacanza.
Che dire, tutto bene.


Tenente Colombo: presente!

$
0
0
Giovedì, ore 14.10 sole che spacca i sassi. Cielo azzurro (neanche a dirlo), brezza leggera.
Spengo il computer, infilo il collare a Zac, attacco il guinzaglio e partiamo direzione lago per una bella passeggiata.
In fondo alla strada (residenziale) noto un furgone bianco stile Scudo, senza finestre con una targa straniera proprio in un posto dove né si può parcheggiare né, tantomeno, ho mai visto un'auto parcheggiata.
Complice la cena della sera prima con un amico poliziotto di Lui che raccontava di ladri e di come, grazie all'attenta segnalazione di alcuni cittadini, a volte, si riescono a sventare furti, mi trasformo all'improvviso nel tenente Colombo.
Sono lì-lì per fare una foto quando mi rendo conto di una coppia di anziane con un cane che mi scrutano con la stessa aria con cui io sto analizzando il furgone: furtiva.
Faccio un cenno di saluto, rinuncio alla foto vergognandomi di me stessa per il pensiero negativo e continuo con la passeggiata.
Sole, lago, venticello.
Io e Zac.
Una meraviglia.
Non mi ricordo nemmeno più del furgone e della sua targa.
Poi però.
Sul sentiero stretto dove ci sono le case più belle della zona, all'improvviso, vedo un tizio sospetto (eh ridaje), felpa nera calata sul volto che mi fa un velocissimo cenno di saluto e se ne va in fretta e furia.
Inutile dire che improvvisamente mi sento come la Arcuri in Carabinieri (solo molto, ma molto, ma molto meno sexy) e chiamo mezza rubrica, paranoica, per capire cosa fare.
"Hai fatto una foto alla targa?"
O.o
Non demordo e mi dico che, forse, il furgone é ancora parcheggiato. Trascinando Zac manco stessimo facendo una corsa d'orientamento arriviamo e con grande gioia noto che il furgone é ancora lì. Continuo a pensare che, forse, sono i nuovi giardinieri della vicina o che, forse, la vicina ha pure un amante e questo é il loro escamotage. Ma per non saper né leggere né scrivere faccio un giro del furgone e un paio di foto che, alla peggio, terrò come cimelio per i nipoti quando racconterò che "la nonna ha fatto anche la poliziotta, sapete?".
Ad ogni modo, click click click (nel mezzo avevo anche la memoria del telefono piena, ho dovuto cancellare quelle 30-40 foto di strudel alle mele e simili, richiamato Zac che correva dietro ad ogni gabbiano e cercato di rispondere alle chiamate di Lui che mi vedeva già rapita e ammanettata in qualche cantina buia --> insomma, non mi ha notata nessuno!), invio la foto all'amico di Lui tanto per sentirmi utile alla giustizia e me ne vado fiera di aver fatto una buona azione.
Non faccio in tempo a fare 10 passi che vedo un tizio pelato, felpa nera che, sbracciando esplicitamente, si avvicina al furgone con fare incazzoso.
Dal mio fiuto poliziesco deduco sia il proprietario e la mia aplomb da FBI svanisce con la stessa velocità in cui a tavola si spazzano la mia focaccia. Trascino (di nuovo) il povero Zac, passo mezz'ora a cambiare strada per depistare so solo io chi e quando finalmente mi sento sicura torno a casa.
Nel parcheggio trovo un furgone bianco senza finestre, perdo 10 anni di vita, mi bardo in casa a doppia mandata e mi dico che grazie al cielo nella vita ho scelto di fare torte.

PS: Tranquilli, il furgone bianco era quello del vicino che sta traslocando

STRUDEL alle MELE

200g farina
1 uovo
40g acqua tiepida (+ un po' eventualmente per impastare)
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di olio d'oliva
600g mele (tipo Boskoop)
1 limone
50g zucchero
50g uvetta
2 cucchiai di rum
50-60g nocciole (tritate grossolanamente)
70g burro
qb mandorle a scaglie
qb cannella
qb zucchero al velo
qb vaniglia in semi
  • In una ciotola lavorare la farina con l'uovo, l'acqua, il sale e l'olio d'oliva fino ad ottenere una massa omogenea e liscia. Nel caso si sbriciolasse un po', aggiungere acqua. Coprire con una ciotola e lasciar riposare per almeno 30 minuti

  • In una ciotola unire l'uvetta con il rum e lasciare in ammollo per una decina di minuti
  • Sbucciare le mele, dividerle in 4, togliere il torsolo e tagliare delle fettine sottili. Mettere in una ciotola e condire con la scorza del limone e un cucchiaio (circa) del suo succo. Unire lo zucchero, le nocciole, le mandorle (una manciata o due), la cannella, la vaniglia e 40g di burro fuso. Aggiungere l'uvetta e mescolare

  • Stendere la pasta su un canovaccio pulito il più sottile possibile, si dovrebbe vedere il disegno del canovaccio in trasparenza. Spennellare il restante burro fuso (30g) sulla superficie, coprire con la farcia alle mele lasciando un bordo di 1cm. Arrotolare lo strudel aiutandosi con il canovaccio e facendo attenzione a non rompere la pasta che é molto delicata. Sigillare bene le estremità e posizionare sulla teglia da forno (coperta con la carta) con la chiusura verso il basso

  • Infornare in forno già caldo a 190-200°C per 30-40 minuti. Deve risultare ben dorato. Una volta intiepidito ricoprire con lo zucchero al velo e servire con della panna montata o una crema inglese alla vaniglia







NOTE:
Per i pigri la pasta si può acquistare al supermercato o sostituire con della pasta fillo. Al posto di un grande strudel si possono fare dei mini strudelini :-)

Latitanza

$
0
0
È che io le promesse me le faccio, e per qualche settimana le mantengo pure.
Non é che non ci pensi, anzi. Ho persino passato una domenica qualche settimana fa a cucinare dalla mattina alla sera per "mettere in cascina" delle foto.
Ma poi.
"Lunedì scrivo!" ma poi l'appuntamento, la chiamata, il corso; diventa martedì, inesorabilmente mercoledì con giovedì che vola e tragicamente arriva il weekend. Di nuovo? Lunedì...
Stavolta però pare che il martedì io ce l'abbia fatta e che, lo prometto, mi impegnerò di più perché diciamocelo, questo spazio mi manca.

SCHIACCIATA alle BIETE con CAPRINO (1 teglia piccola)

500g farina manitoba
1 cucchiaino di lievito secco (circa 5g)
50g olio d'oliva
270g acqua tiepida
1 pizzico di zucchero
6g sale
600g biete
250g caprino fresco
1 scalogno
1 spicchio di aglio
qb sale & pepe
qb olio d'oliva
  • In una ciotola lavorare la farina con il lievito, lo zucchero, l'olio d'oliva, l'acqua ed il sale fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Impastare energicamente sulla spianatoia per qualche minuto. Far lievitare nella ciotola coperta da un sacchetto di plastica per 2 ore (ma anche 3)
  • Lavare le biete, dividere la parte del gambo da quella delle foglie (per intenderci la parte bianca da quella verde). Tagliare finemente la prima e più grossa la seconda. In una padella scaldare un goccio di olio e far rosolare lo scalogno precedentemente tritato e l'aglio per qualche istante prima di aggiungere il gambo delle biete. Lasciar cuocere a fuoco moderato (eventualmente aggiungendo un goccio di acqua) per una decina di minuti prima di aggiungere la parte delle foglie, salare, pepare e continuare la cottura. Lasciar raffreddare
  • Dividere l'impasto lievitato in due parti uguali e stenderle con l'aiuto di un mattarello ad uno spessore di 2 cm circa. Posizionare un rettangolo su una teglia munita di carta forno, distribuire sulla superficie le biete e dei ciuffetti di caprino. Coprire con il secondo rettangolo e sigillare bene i bordi. Oliare la superficie ed infornare per 15-20minuti a 220°C (forno preriscaldato)
  • Servire tiepida





NOTE:
Al posto delle biete e del caprino utilizzare del prosciutto cotto e della mozzarella o del crudo con la certosa e la rucola. Sostituire le biete con un'altra verdura. Insomma, a ognuno la sua :-)

Habemus colomba!

$
0
0
Ci avevo già provato.
Esaltata e fiera, un po' presuntuosa e poco capace. Ancora acerba nelle lievitazioni mi sono cimentata in una delle preparazioni più complicate.
Che per carità, nemmeno tanto.
Il parto é durato 3 giorni fatti di preghiere e insulti, coperte termiche e disperazione, tanto tragico che quando ho detto a Lui "ho pensato di sconfiggere il mio scheletro, quest'anno a Pasqua rifaccio la colomba" il suo viso é sbiancato, ha strabuzzato gli occhi e borbottando "siamo spacciati" ha preso il cane se ne sono andati.
Insomma: un grande incoraggiamento.
Tutto é nato per caso, entro in un negozio, vedo degli stampi da colomba e mi dico: ma perché no? Torno a casa, controllo se ho gli ingredienti necessari e quelli di base non mancano: ma perché no?
Cerco una ricetta che mi possa soddisfare e al primo colpo ne vedo una non male: ma perché no?
Controllo le tempistiche e, mettendo un paio di sveglie, dovrei farcela: ma perché no?
Già, perché no?
Così inizio ad impastare correndo al supermercato per gli ingredienti mancanti e dimenticando comunque alcune cose, conto le ore, punto le sveglie, osservo i passaggi e non senza ansia da prestazione attendo il responso dell'ultima lievitazione.
Due belle colombelle cicciotte.
Ce l'ho quasi fatta, aggiungo la glassa, le cuocio, le curo, le osservo, le sforno.
E ... sono al settimo cielo!
Cara Pasqua, non mi fai più paura :-)

COLMBA PASQUALE (2 stampi da 500g)

375g farina manitoba
5g lievito fresco
150g latte
145g zucchero semolato
145g burro
6 tuorli
2 albumi
125g farina 00
95g acqua tiepida
120g uvette (eventualmente anche canditi)
80g zucchero al velo
80g farina di mandorle
1 arancia
1 limone
qb semi vaniglia
qb granella di zucchero
qb mandorle non pelate
  • Venerdì ore 13.30: Lievitino
  • Nell'impastatrice lavorare 125g di farina manitoba con 5g di lievito di birra, un pizzico di zucchero e 125g di latte. Lasciar lievitare per 8 h circa
  • Venerdì ore 21.00: Primo impasto
  • Nell'impastatrice aggiungere al lievitino 95g acqua tiepida, 65g di zucchero e 2 tuorli. Impastare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. A questo punto aggiungere 250g farina manitoba e impastare fino a quando i bordi della ciotola risulteranno puliti. Unire 1 tuorlo 70g di burro a temperatura ambiente (poco a poco). Unire la scorza dell'arancia e del limone così come una punta di coltello di semi di vaniglia. Il composto dovrà risultare liscio ed elastico e ben incordato sul gancio dell'impastatrice. Mettere in una ciotola e lasciar lievitare 12h circa
  • Sabato ore 8.30: Secondo impasto 
  • Sgonfiare l'impasto e lavorarlo con 80g di zucchero, 25g di latte e 2 tuorli. Lavorare fino a quando gli ingredienti si saranno amalgamati bene. Aggiungere 125g farina 00, 1 tuorlo, un pizzico di sale, 120g uvetta precedentemente ammollata in acqua e impastare. Far fondere 70g di burro e aggiungere a filo mentre l'impastatrice lavora. Lasciar lievitare per 1h
  • Sabato ore 9.30: Terzo impasto
  • Dividere la massa in due e ricavare da ognuno due pezzi da 2/3 e 1/3. Prendere quello più grande e ripiegarlo su se stesso fino a formare un cilindro. Posizionarlo al centro dello stampo da colomba. Dividere il rimanente impasto in due, piegare su se stesso e posizionarlo nei due fori laterali. Ripetere per l'altro stampo. Lasciar lievitare fino a quando la colomba avrà raddoppiato il volume e straborderà leggermente
  • Sabato ore 13.00: Cottura
  • Preparare la glassa lavorando i 2 albumi con i rebbi di una forchetta, aggiungere 80 g di zucchero al velo e 80g di farina di mandorle. Disporre sulle colombe delicatamente, coprire con mandorle e granella di zucchero a piacere
  • Infornare in forno già caldo a 180°C per 40-50 minuti







NOTA: 
La ricetta che ho preso da guida l'ho trovata qui modificando qua e là alcuni ingredienti.
Inutile dire che questo bene prezioso é ben sorvegliato da questo guardiano d'eccellenza :-))


Just Married!

$
0
0
Moglie.
M O G L I E.
Non ce la posso ancora fare.
Ancora meno riesco a dare il mio nuovo cognome, ogni volta che lo pronuncio sembro una ladra braccata col bottino in tasca. Quel che segue é la risata isterica tipica dell'adolescente in farmacia mentre compra dei preservativi.
Esatto, patetica.
Sono ancora nel vortice delle emozioni pur non capendo bene cosa sia cambiato, o meglio, una cosina  é cambiata. Mi sono beccata dapprima della vecchia babbiona che ha fatto organizzare il proprio matrimonio dalla sua famiglia, probabilmente araba o sceicca (ti prego Papà, dimmi la verità!) e poi della donna incinta vista la pancia che si scorgeva dal vestito.
ORA.
Preferire di essere considerate babbione é già drammatico di per sé ma specchiarsi in continuazione in più posizioni davanti allo specchio per verificare lo stato della mia pancia é anche peggio. Ho passato il weekend ad analizzare la situazione:
A) Il vestito che faceva un gioco strano
B) La postura da Homer che tanto mi contraddistingue
C) La foto scattata dal basso
D) Troppi assaggi culinari
Inutile dire quale sia la mia risposta preferita.
Ad ogni modo.
Ho passato 4 anni a rispondere ad amici e parenti che "Sì mi sarei sposata presto" e non ho fatto in tempo a sposarmi che mi é stato chiesto "ma adesso un bel pupino?".
Non siete poi mai contenti :-)))
Vostra Neo-moglie-felicissimissimissima-non-incinta-senza-pancia-(senonrespiro)


PENNETTE al PESTO DI BROCCOLI (4 persone)

320g pennette (o tagliatelle)
2 broccoli di media grandezza
1 cucchiaio di pinoli
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
qb olio d'oliva
qb sale & pepe
qb basilico
  • Lavare i broccoli e privarli del gambo centrale. Tagliarli in modo che la grandezza sia uniforme, salarli (così mantengono meglio il colore) e cuocerli al vapore per una decina di minuti a dipendenza della grandezza dei pezzi. Devono risultare morbidi ma non devono essere una pappata
  • Portare ad ebollizione dell'acqua, salarla e cuocere le pennette (o le tagliatelle) per il tempo indicato sulla confezione
  • Frullare 2/3 dei broccoli con i pinoli, il parmigiano, l'olio d'oliva, un mestolino di acqua di cottura della pasta se necessario. Bisogna ottenere un composto liscio ed omogeneo simile ad un pesto. Aggiustare di sale e pepe, aggiungere qualche fogliolina di basilico tagliuzzata. Eventualmente aggiungere uno spicchio d'aglio schiacciato
  • Scolare la pasta, unire il pesto e i broccoli interi che rimangono. Servire con un filo di olio d'oliva e qualche fogliolina di basilico





NOTA:
A proposito di bambini, questa purea di broccoli se non salata (ed evidentemente non pepata) é ottima anche come pappetta. Malgrado il loro gusto forte i broccoli frullati con un po' di parmigiano si omogeneizzano facilmente e perdono la loro durezza risultando dolciastri. Per quanto riguarda i pinoli pare che dal nono mese di vita si possano introdurre semi tostati tra cui i pinoli. Se non vi fidate tralasciateli aggiungendo magari un formaggino. Provare per credere! :-)))

SPA-ventoso!

$
0
0
L'ho sempre detestato.
Anzi, anche peggio, l'ho sempre evitato come la peste.
Mia mamma, invece, ci va a nozze. Ci sguazza. Le ama.
E così con la scusa del recente matrimonio, del rapporto madre-figlia, del ponte del primo maggio, del "lavori troppo guarda come sei concia" ecco che;
Massaggi rilassanti, bagni di vapore, aromaterapia, floriterapia, riflessologia plantare, massaggio linfatico, tisana depurante, tisana sgonfiante, tisana rilassante e chi più ne ha più ne metta.
Tutto il giorno in accappatoio, ciabatte e costume da bagno.
Il caffè solo ed esclusivamente di orzo, le porzioni dei pasti degne dei migliori ristoranti stellati, l'acqua gasata non la si vede nemmeno in cartolina e pastiglie (naturali) di vario genere campeggiano sul tavolo: drenanti, antiossidanti, dimagranti e via dicendo.
Il programma della giornata é più fitto di quello di Obama, dai massaggi più rilassanti a vere e proprie pratiche dolorose simili alla tortura...

... La fate facile a dire che per apparire bisogna soffrire!


A sinistra un favoloso mojito analcolico (acqua, lime e menta), a destra una centrifuga di fragola, ananans e cetrioli
 


Branzino con cuore di gambero, carciofi e carote. Peccato ne avrei mangiati 4 piatti O.o


Insomma, tutto bene :-)

"Se sarei piccola, a me mi piacerebbe..."

$
0
0
"Da grande..." era l'inizio delle mie frasi preferite da bambina. Come se quell'essere maturo e indipendente mi permettesse di bypassare gli obblighi e doveri imposti dai genitori vivendo in una sorta di mondo parallelo alla Hansel & Gretel misto il paese dei balocchi.
  • A colazione, pranzo e cena mangerò cioccolato e gelati
  • Comprerò sempre delle caramelle gommose e non mi verrà mai il mal di pancia
  • Mi sveglierò presto al mattino per guardare i cartoni animati
  • Non andrò a dormire la sera
  • Salterò in tutte le pozzanghere anche se non ho gli stivaletti
  • Giocherò a battaglie di cuscini saltellando su letto e divano
  • Mangerò per terra
  • Costruirò una super-mega tenda e vivrò lì dentro
  • Farò costruire dei trampolini giganti in giardino e anche una piscina e anche degli scivoli e anche dei giochi acquatici e anche...
  • Entrerò in acqua dopo pranzo senza aspettare 3h
  • Dirò in continuazione "a me mi piace"
  • Trascinerò i piedi per terra noncurante delle scarpe che si rovinano
  • Farò la doccia solo quando voglio ma resterò nel bagno ad ammuffire per ore
Poi, "da grande" dopo qualche caramella inizia il senso di colpa, la mattina ti alzi presto, sì, ma non di certo per guardare dei cartoni animati e la sera non vedi l'ora di andare a dormire, anche con le galline se necessario. Le pozzanghere le guardi con orrore e ti guardi bene dal saltare sul letto, a rifarlo comunque sei sempre e solo tu. In casa hai già disseminato abbastanza disordine e costruire tende e fortini non ti sembra una buona idea così come mangiare per terra con un Golden di 11 mesi che sbava e perde pelo. In acqua ci entri ma la permanenza é così breve da non essere nemmeno considerata, i piedi non ricordi nemmeno più perché ti piacesse tanto trascinarli e se non ti fai almeno una doccia al giorno... Be' non credo ci sia bisogno di approfondire qui.

Ed é  a questo punto che parte il nuovo carosello del "Se fossi ancora un bambino..." e, ve lo confido, a ME questa torta MI piacerebbe davvero un sacco ;-))

TORTA MORBIDA al RABARBARO e FRAGOLE
270g farina
160g zucchero + 1 cucchiaio
170g burro morbido
3 uova
130g yogurt naturale
1 punta di coltello di semi di vaniglia
7g lievito per dolci
150g fragole
300g rabarbaro
qb zucchero al velo
  • Lavare le fragole, togliere la parte verde e tagliarle a tocchetti. Togliere i filamenti del rabarbaro con l'aiuto di un coltellino, tagliarlo a tocchetti (circa 1cm di spessore) e unirli in una ciotola con le fragole, un cucchiaio di zucchero ed eventualmente un po' di vaniglia
  • In una ciotola (o nell'impastatrice con la "k") lavorare in spuma il burro con lo zucchero. Aggiungere ad uno ad uno le uova facendo in modo che si amalgamino bene prima di aggiungere il seguente. Unire la farina con il lievito e lo yogurt amalgamare il tutto. Aggiungere metà della frutta e mescolare nuovamente
  • Versare il composto in una teglia precedentemente imburrata e infarinata, cospargere la superficie con la frutta rimanente
  • Infornare per 45-50 minuti a 170-180°C, per verificare la cottura fare la prova dello stuzzicadenti (deve uscire pulito)
  • Far raffreddare su una griglia e servire fredda




NOTA:
Per una versione senza glutine sostituire la farina 00 con della farina per dolci GF, aggiungere a questo punto più yogurt ed eventualmente un po' di latte per rendere il composto morbido. La farina senza glutine ha tendenza ad assorbire più liquido rispetto a quella normale :-)


Ma poi.

$
0
0
Una ci prova anche.
Al primo sole un pensiero te lo fai, le gambe bianche ti danno un aiuto così come quel salvagente integrato che si é formato durante l'inverno. Il primo caldo ti incita, basta risotti e arrosto, basta polenta e formaggio, basta fondue e raclette. È giunta l'ora delle insalatone, dei frullati, della frutta, delle passeggiate. Insomma, é iniziato il countdown per la prova costume.
Motivata.
Molto motivata.
Nemmeno la grigliata con gli amici ti scoraggia, si sa, una sera ogni tanto si può sgarrare. Anche sull'aperitivo all'aperto ti senti invincibile, quest'anno sei partita in anticipo e ce la farai.
Ma poi.
Arriva il mese decisivo, il fatidico mese di maggio. Quello dove inizia a fare caldo ma non abbastanza da girare in infradito e gonnellina. È il tuo mese, quello dello sprint finale e quest'anno sai che ce la farai. Quest'anno arriverai a giugno in forma smagliante.
Ma poi.
Il sole lascia spazio alle nuvole, alla pioggia e persino alla grandine. I 20 gradi sembrano un ricordo di un aprile generoso, il tuo umore va di pari passo a quello del meteo: grigio. L'aria é fresca e per un attimo temi che l'estate sia già finita e tu sia già stata catapultata in autunno.
Devi resistere.
Ma poi.
Al quinto giorno di pioggia ci caschi, complice la fame atavica che ti colpisce durante la spesa (mai, mai, mai fare la spesa sul mezzogiorno), il cielo grigio e quel bisogno terribile di comfort food.
Che dire, caro Meteo, facciamo un patto. Se tu mi dai un po' di sole io giuro che mollo il cioccolato.

DELIZIA ALLA NUTELLA (26cm diametro)

180g biscotti secchi
70g burro
250g mascarpone
2-3 cucchiai di Nutella
150g panna
ev. frutti di bosco 
  • In un mixer frullare i biscotti secchi, unire il burro precedentemente fuso e mescolare bene. Foderare il fondo di una tortiera con cerniera con carta forno e versare il composto di biscotti e burro. Appiattire bene con l'aiuto di un batticarne o di un bicchiere. Volendo oltre alla base coprire anche i bordi alti della tortiera per ottenere un guscio laterale. Mettere in frigorifero
  • In una ciotola lavorare il mascarpone con le fruste. Aggiungere la Nutella a proprio gusto. Montare la panna e aggiungerla delicatamente al composto. Versare la crema sul guscio di biscotti preparato in precedenza e livellare bene la superficie. Mettere al fresco per almeno un paio di ore
  • Decorare con dei frutti di bosco e servire ben fredda
NOTE:
Mettendo la panna montata alla fine e delicatamente si riesce a mantenere una massa molto ariosa e leggera, quasi come se fosse una mousse.
Sostituire il mascarpone con del Philadelphia per una versione più acidula. Al posto della Nutella utilizzare una pasta al cioccolato di produzione propria o alle nocciole. Per la versione senza glutine personalmente utilizzo dei biscotti Galbusera.
Eventualmente aggiungere un cucchiaio di zucchero al mascarpone.

Quello che le spose non dicono

$
0
0
Dalla prima visione di Biancaneve a 3 anni ho capito che prima o dopo avrei voluto un vestito vaporoso condito con un sorriso ebete, un principe azzurro e un cavallo bianco (dei tre l'unico punto ad essere flessibile). Mai, però, avrei saputo che:

  • Mi vuoi sposare?
È la frase che ogni donna vorrebbe sentirsi dire, soprattutto allo scoccare del secondo-terzo anno di relazione. Quello che però non sai é la sensazione di panico che ti colpisce appena ti viene chiesto. Un misto di ansia e felicità del tipo "non credo di essere pronta, non sono ancora così grande". L'effetto dello shock passa dopo qualche settimana (mese?)
  • Vestito
Passi la vita a sognare quel momento in cui indosserai l'abito per la prima volta senza renderti conto che non sai bene dove andare ad acquistarlo. Non sai che puoi scomporre l'abito come vuoi e fartelo fare su misura, non sai che puoi aggiungere e togliere, stringere e allargare, allungare ed accorciare. Non sai che i vestiti (la maggior parte) sono pesantissimi e al solo indossarli ti viene da star male, non sai che alcuni sono talmente scomodi che rischi di passare la serata seduta in un angolo. Non sai che il giorno prima delle nozze avrai ancora delle modifiche da fare e che no, non prevedere di dimagrire per quel giorno, tanto non succederà causa addii al nubilato, cene e aperitivi di commiato

  • Data, location, catering
Ora, anche la più fanatica teledipendente di WeddingTV temo possa avere qualche problema iniziale. Già, perché una volta che la macchina matrimoniale ti ha assorbito devi iniziare a reagire. Devi scegliere una data e non so voi ma noi siamo andati per esclusione con il posto dove volevamo sposarci che, grazie al cielo, era tra i miei desideri dai tempi di Biancaneve. Il che ci ha permesso di evitare la visita guidata a hotel & ville private, ristoranti o grotto con tanto di "dopo mezzanotte niente musica" o "il costo della villa é di CHF XXXX, ovviamente tutto escluso". Lo stesso vale per la scelta del menu che, nel mio caso, mi é stato proposto una settimana prima. No panic, sarà sempre e comunque delizioso
  • Fotografo & video
Trovare un fotografo un po' spigliato che riesca a fare delle foto che vadano oltre alle classiche foto di gruppo moleste o in posa non é compito semplice, a meno che tu non abbia la fortuna sfacciata di trovare un bravo fotografo ad un altro matrimonio e fargli la corte. Il passaggio più duro però, sappiatelo, é quello di convincere il proprio futuro marito che sì le foto sono fondamentali e che sì anche il video é un'idea geniale e che sì ci sarà un momento in cui si faranno due scatti assieme di quelli patetici perché sì é così che si fa. Poi in realtà no, perché sei talmente preso a salutare e chiacchierare che in 5 minuti hai fatto due scatti rapidi e chi si é visto si é visto. Se chiedi al fotografo scatti rubati non incavolarti se poi ti ritrovi con espressioni orripilanti, braccia flaccide e capelli arruffati
  • Invitati
La parte più complicata in assoluto. La scelta di amici e parenti é una sorta di taboo legata al dramma tavoli che secondo me mettono a dura prova il matrimonio ancor prima di cominciare. Io e Lui ci siamo lanciati in un'ottica tanto egoista quanto giusta (almeno secondo me): la festa é nostra. Per questa ragione abbiamo favorito gli amici ai parenti, dei divanetti ai classici tavoli formali, uno standing dinner ad una cena seduta. Le donne mi hanno maledetta per il mal di piedi ma alle 21.00 eravamo già tutti in pista e senza abbiocco (o quasi). Sappi che, comunque, difficilmente farai contenti tutti, tanto vale far contenta te stessa e tuo marito
  • The Big Day
Non sei agitata tu ma ti agiteranno tutti gli altri. Quando tuo papà ti vedrà ti verrà un piccolo strappo in gola, da quel momento non sarai più solo sua. Passerai la giornata con una paralisi facciale e non ti renderai nemmeno conto del male terribile ai piedi fino a quando un'amica non ti consiglierà di passare alle scarpe da ginnastica (il giorno dopo le sarai grata). In chiesa continuerai a confabulare con tuo marito, gli chiederai almeno 10 volte se il vestito gli piace e vi stringerete le mani sudaticce. Avrai un pastone in bocca e passerai un'ora sperando che qualcuno ti porti un bicchiere d'acqua: ovviamente non capiterà. Entrando in chiesa non vedrai nessuno, sarai rapita dallo sguardo innamorato di Lui e dovrai distogliere lo sguardo per non scoppiare in lacrime. Darai più baci in 1h (dopo la messa) che in tutta la vita e ti accorgerai che non ricordavi di aver invitato tanta gente. Durante l'aperitivo ti annoierai a morte, tutti vorranno scattare foto con te o fare due chiacchiere, mentre tutti mangiano le leccornie che sognavi di assaggiare tu sei intenta a parlare, il bouquet non ti permetterà di tenere due cose in mano e dovrai scegliere tra il bicchiere o il piattino. Consiglio il bicchiere.
Per non parlare del marito: non lo vedrai mai, se non per qualche bacio rubato e qualche brindisi. Non mangerai un'altra volta e in men che non si dica ti starai dimenando sulla pista da ballo.
Niente telefono, niente orologio, niente cognizione del tempo fino a quando i primi ospiti non inizieranno a "mollare il mazzo", passerai un'altra eternità a salutare (datemi retta, ai prossimi matrimonio scappate senza dire niente).
Alle 4 del mattino vi ritroverete soli, in una sala devastata con gli amici di sempre, berrete l'ultimo bicchiere, il più bello di tutta la serata

  • The day after
Non dormirai niente, soprattutto se ti ritrovi con un cane in casa e un insonne come marito. Ti sarai dimenticata la metà delle forcine in testa, non ti sarai struccata, avrai un vestito bianco per terra e un mal di piedi colossale. Al posto di un anulare sinistro un salsicciotto. Il telefono sarà bombardato da notifiche e messaggi nonché da foto. Passerai l'intera giornata a guardare foto, video e affini della sera prima mentre Lui diventerà un tutt'uno con il divano. Sentirai al telefono metà degli invitati e parlerai con tutti delle stesse cose. Finalmente capirai le amiche che per due mesi hanno postato a raffica su Facebook foto del loro giorno, vorresti fare lo stesso ma ti trattieni (più o meno) e te le guardi in loop giorno e notte

  • La settimana dopo il Big Day
Fa strano. Molto strano. Un po' come le mamme che dopo aver partorito si toccano ancora la pancia (e detto da una che non ha figli fa veramente poco credibile). Dovrai correre a riprendere cose che hai lasciato qua e là, dovrai rispondere a messaggi e chiamate, dovrai ricordare chi devi ringraziare, dovrai partire per una luna di miele e quindi preparare le borse e sistemare il cane. Dovrai imparare il tuo nuovo cognome e non potrai più chiamare tuo marito fidanzato


Ma la cosa che tutti ti diranno ma che finché non provi non sai é che ti sentirai la persona più felice del mondo e un'aurea di gioia e serenità cadrà su di te.



Foodblogger fallimentare

$
0
0
Frustrazione é una parola grossa, esagerata.
Però, credetemi, un po' ci sta.
Che io mi impegno un sacco a sperimentare nuove ricette, replicarne di esistente, migliorarne di già postate. Mi impegno a scrivere dei testi (più o meno) brillanti. Mi impegno persino a scattare delle foto con una reflex che manco so usare con giochi di luce di cui non conosco le teorie.
Mi impegno.
Poi però.
Arrivano il gatto e la volpe.
Uno alto, l'altro basso.
Uno nero, l'altro bianco.
Uno bello, l'altro anche.
È così che il mio essere foodblogger viene totalmente surclassato.
No, non da loro.
Da voi! O.o
"Torta morbida al rabarbaro" - grado di apprezzamento: 4/10
"Lasagnetta ai carciofi" - grado di apprezzamento 3/10
"Pennette al pesto di broccoli" - grado di apprezzamento 5/10
"Foto del matrimonio" - grado di apprezzamento 10/10
"Foto di Zac che dorme" - grado di apprezzamento 15/10

Ma ditemi, che sia ora di cambiare il tema di questo blog?
...
Naaaaa

FOCACCIA AL ROSMARINO (1 teglia da 24cm di diametro)

250g farina forte (Manitoba)
8g lievito di birra fresco
1 pizzico di zucchero
120g acqua
5g sale
2-3 rametti di rosmarino
qb olio d'oliva
qb fleur de sel
  • In una ciotola lavorare la farina con il lievito sbriciolato, il pizzico di zucchero, l'acqua ed il sale. Impastare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Mettere in una ciotola, coprire con un sacchetto e lasciar lievitare in un luogo tiepido per 2 h circa
  • Riprendere l'impasto, sgonfiarlo e riformare una palla piegandolo su se stesso un paio di volte. Adagiarlo nella ciotola e lasciare lievitare ancora per 1 h
  • Sgonfiare nuovamente l'impasto e posizionarlo in una teglia precedentemente oliata. Con l'aiuto delle mani o di un mattarello stendere la pasta fino a coprire il fondo della teglia. Bucherellare la superficie con i rebbi di una forchetta. Oliare abbondantemente la superficie, cospargere di fleur de del e rosmarino. Infornare in forno già caldo a 250°C (o al massimo della temperatura del vostro forno), abbassare dopo 5 minuti a 230°C e lasciar cuocere per 15 minuti circa
  • Servire ancora tiepida



Serate Stellari - S. Pellegrino Sapori Ticino

$
0
0
Otto serate.
Otto chef.
Stellati. Fighi. Geniali.
Otto caratteri diversi, otto cucine diverse, otto modi di fare diversi. Otto uomini diversi. Otto esperienze diverse.
Otto chef che rientrano nella famosa 50's best di S. Pellegrino; che quando li incontri e ci parli ti viene un attimo la tremarella alle gambe manco stessi per passare il weekend con i Brangelina.

Prendi per esempio Massimo Bottura, un genio della comunicazione che ogni due per tre entrava in sala a spiegare i suoi piatti, dalla crosta della lasagna che, si sa, é la parte che si preferisce a quelli che ricordano dipinti. Una cucina eclettica che si classifica al secondo posto della classifica mondiale.
Andreas Caminadaé l'esatto opposto (bellezza e fascino a parte), meticoloso e preciso. La composizione del piatto studiata, pure esplosioni di gusto in bocca. Una di quelle serate che difficilmente puoi dimenticare.
Sullo stesso spirito, seppur meno "One Man Show", Davide Scabin. Un piemontese convinto, uno di quelli che ha mandato la lasagna (quella vera, non solo la crosta) sullo spazio. Uno di quelli che ti fa giocare con il sale, senza mai utilizzarlo. Riduce frutta e verdura al punto da salare con essi le sue creazioni. Gioca con palloncini ad elio e manda un'intera sala indietro nei tempi, già, quelli dell'asilo.

Poi c'é lui, Mauro Colagreco, Argentino di nascita ma ormai residente in Francia. Un uomo sorridente, uno di quelli che ha due stelle Michelin e che si situa all'11esimo posto della S. Pellegrino ma ti fa sentire come se fosse il padrone di una semplice brasserie con menu stellari, ovviamente. In cucina i sorrisi e mai le grida, anche davanti agli imprevisti non perde la calma e manda avanti la sua brigata. Insomma, uno di quelli dal quale torneresti a mangiare senza ombra di dubbio.

Lo stesso lo direi per altri due chef, nordici entrambi, sui quali avevo riposto poca fiducia. Abituata alla loro tipica freddezza, all'essere quasi sterili emozionalmente, temevo avrei visto gran bei piatti ma fin troppo "puliti" per poter essere ricordati. Poi però, arrivano loro, Sven Elverfeld e Rasmus Kofoed. Due stili diversi, per carità, però due cucine che consiglierei a chiunque.
Il primo meticoloso, tre stelle Michelin, faceva rifare i piatti anche se una fogliolina invisibile non era posizionata più che perfettamente. Nei gusti un misto tra Germania e Asia, dove lui ad inizio carriera ha avuto modo di lavorare. Una continua mescolanza tra pesce e carne, parti pregiate e parti povere. Una vera esplosione di gusti.
L'altro più eclettico negli abbinamenti e se possibile ancora più esplosivo nei gusti. Fedele alle origini danesi tra rafano e salsa di cavolo fermentato (che giuro, non é come pensate). A vederlo assomiglia più ad uno skater che non ad uno chef stellato, eppure quando mette mano al prodotto riesce a creare combinazioni (avreste mai pensato di abbinare dell'Emmental all'ippoglosso?!) tanto particolari quanto deliziose.
Insomma, per me é SÌ.

Non dimentichiamo "quelli degli altri continenti", da una parte Anand Gaggan, il genio asiatico con il suo ristorante a Bangkok. Di lui ho solo sentito parlare visto che cucinava la sera prima del matrimonio. Mi é sembrato eccessivo mangiare indiano la sera prima di sposarmi col rischio di ritrovarmi occhi a rana il giorno dopo e una fiatella degna di Zac. Chi c'é stato, però, ne é stato entusiasta.
Dall'altra Diego Munoz, matita in testa manco fosse un architetto, grembiule e scarpa da ginnastica. Direttamente da Lima dopo aver lavorato in tutto il mondo per apprendere varie tecniche. La sua una cucina mai assaggiata, fatta di piatti tipici peruviani (che si sa, é rinomata per essere ottima) a base di mais nero, ceviche o lucuma. Che ve lo dico, se passate dal Perù (e chi non ci passa?) fateci un salto.

Ma la cosa che più mi ha colpito di questi chef galattici è la loro attitudine, seppur diversa, nell'affrontare la cena, nel far sentire lo chef ospitante a suo agio così come "noi" dello staff. Mi é piaciuto il modo scherzoso di Bottura nei confronti del suo staff, la disponibilità di Colagreco, la tirchieria (nel senso buono, ovviamente) di Munoz nel preparare il numero perfetto di piatti senza mollarne nemmeno uno al fotografo. Mi ha emozionato Kofoed che entrato in sala la prima persona che ha salutato é stata la moglie, con la quale ha parlato 5 minuti intimamente come se non ci fossero davvero 60 persone attorno a loro. Scabin con il suo modo di fare amichevole che "guai a te se mi dai ancora del Lei" o Elverfeld col quale mi sono persa in 45minuti di chiacchierata su tecniche e sapori. Non da ultimo Caminada che per essere certo di assicurare il suo standard ha portato con sé tutta la sua brigata di sala e di servizio, solo 30 persone (già.).

Stuzzichini per l'aperitivo di Mauro Colagreco
Ostrica, pera e tapioca, la fine del mondo di Mauro Colagreco
La crosta di una lasagna di Massimo Bottura
L'arte nel piatto, manzo con i suoi accompagnamenti - Massimo Bottura
La cena GEEK di Andreas Caminada: paesaggio delle alpi
La precisione nel piatto di Caminada. Se vi dicessi che non ricordo cos'era? Male. Molto male.
La lasagna "spaziala" di Davide Scabin
Rotolini di fassona, foie gras, insalata, patatine fritte: foodporn vero. Davide Scabin
Foto rubata causa telefono scarico, geniale vero? Il dolce di Sven Everfeld tra pini e funghi: divino
Capesante e pomodori di Diego Munez, uno spettacolo!
Astice, capesante, cavolfiore e erbette. Una di quelle cose da "me ne dia un altro, la prego" di Rasmus Kofoed
La foto non rende, lo so, ma questo ippoglosso con cipolle all'aceto alla camomilla e acqua all'Emmental era da sballo. Rasmus Kofoed

E se vi dicessi che alle 10.30 mi é già venuta fame?
(Per più info: http://www.saporiticino.com)

Matrimonio inaspettato

$
0
0
Ora, già ho dovuto ringraziare la buona stella per essere riuscita a convincerlo a sposarmi sia in municipio che in chiesa, che ve lo dico, mica é stata facile. Figuriamoci se gli avessi proposto una celebrazione su qualche spiaggia deserta, vestita con una tunica bianca correndo sul bagnasciuga mentre un fotografo scattava gli attimi più belli.
Ecco.
Non ci siamo proprio.
Poi però.
"Ci vediamo alle 16 in ufficio" ci dice il responsabile del progetto umanitario che ormai seguiamo da anni e che ci ospita durante la prima parte della nostra luna di miele (qui la nostra prima esperienza).
Quando arriviamo ci separano, Lui al piano superiore, io di sotto circondata da bimbe splendide truccate manco stessero per partecipare a Miss Universo.
Non capisco.
Mi fanno sedere per terra e una ragazza inizia a confabulare con un'altra, mi pettinano come se fossi una Barbie taglia MAXI infilando cose strane nei capelli che verranno poi fissate con dolorose mollette. Capirò poi che "le cose strane" non sono altro che corone di fiori. Mi truccano, mi vestono (non senza qualche problema di lunghezza) e mi infilano un paio di scarpe (considerando che qui il 37-38 va per la maggiore, potete solo immaginare come stavo comoda con il mio 41). Mi caricano su di un motorino con uno sconosciuto, ovviamente senza casco, ovviamente seduta di lato che sia mai che una donna con la gonna si scomponga.
Come se non bastasse guidiamo su strade sterrate e non so dove aggrapparmi.
Tutto bene.
Arriviamo davanti ad una casa e mi fanno sedere al centro del patio, attorno a me una decina di sconosciuti che mi fissano come se avessero visto la grandine e che mi chiedono cose incomprensibili. Sorrido come ho visto fare da Kate Middleton, evito però di muovere la mano.
Dopo un buon 20 minuti arriva lo sposo, seguito da un corteo rumoroso di gente che grida e incita, che canta e balla. La sua espressione la dice lunga e io temo in un divorzio fulminante.
Nella stanza un sacerdote vestito di bianco, un enorme arrangiamento floerale, riso, uova e un povero pollo. Ci inginocchiamo davanti a lui, ci legano le teste con fili e corde e cerchiamo di capire quello che succede.
Falliamo, evidentemente.
Di tanto in tanto ci dicono di congiungere le mani, di stringere i fiori, ci fanno cambiare posizioni e iniziamo a sentire dolori a piedi e gambe, schiena e braccia. Lo stare rannicchiati al suolo non é cosa facile se non sei abituato.
Dopo un sermone durato 20 minuti circa tutti lanciano un urlo e di punto in bianco ci lanciano manciate di riso e fiori, riprende il sacerdote e dopo poco di nuovo riso e fiori. Questo per 4 volte.
Per terminare legge il nostro futuro in un uovo sodo e nella zampa del povero pollo che, apparentemente, prevede una vita felice e serena. Ma se questo sia vero lo sapremo solo tra una 50ina di anni.

Prima di uscire siamo stati omaggiati con braccialetti gialli legati ad uno ad uno ai nostri polsi e seguiti da benedizioni di vario genere. Le foto con i partecipanti erano d'obbligo al punto che ho più foto con sconosciuti thai che non con la mia famiglia il 30 maggio.
Tutto bene.
Fuori un gran baccano, un pick-up munito di casse manco fossimo a Riccione il 15 agosto, due microfoni e un laptop.
Esatto: é giunta l'ora della festa a base di karaoke, thai barbecue e whisky con ghiaccio (gentilmente rifiutato visti i 40°C esterni). Seduti per terra a chiacchierare (si fa per dire) manco fossimo amici di lunga data mentre in sottofondo si potevano sentire canzone tipiche incomprensibili.
Ecco.
Ci siamo risposati.
E ve lo giuro, malgrado tutto, l'emozione é sempre la stessa.




Luna di Miele

$
0
0
Immaginate un villaggio nell'est della Thailandia, un caldo come se steste vivendo in un forno pieno di Muffin e un livello di comodità inferiori rispetto a quelle abituali.
Immaginate una coppia di neo-sposini, innamorati e felici dopo un anno di lavoro relativamente stressante e impegnativo, ma soprattutto, reduci da due (che poi saranno tre) matrimoni.
Immaginate di stare con una persona che dopo 100 giorni in Asia ancora faceva il paragone del "in Svizzera sono le 15, per cui qui saranno le 20 o le 21".
Immaginate poi, dopo una settimana, di arrivare al mare.
Profumo di salsedine, brezza leggera, cielo blu a perdersi con l'orizzonte dell'oceano, fiori esotici colorati, personale gentile e premuroso.
Una stanza che sembra quelle dei cataloghi viaggi da mille e una notte.
Immaginate la voglia, dopo un viaggio comunque lungo, di farsi una doccia tranquilli, guardare la propria stanza e sentirsi finalmente in vacanza.
Ecco.
*Driiiiiin
"Madame! Le abbiamo riportato i passaporti"
Gentilissimi, cordiali, cortesi.
Dopo 5 minuti
*Driiiiiiiiin
"Madame!! Sappiamo che siete in luna di miele, le porto dei Profiteroles e due tortine. Solo per voi, Enjoy" se ne va facendomi l'occhiolino.
Rientro, carica come se dovessi nutrire l'intera nazione e...
*Driiiiiiiiiiiiiiiiiin
Stavolta é una donna, si intrufola nella nostra stanza e in tempo record ne esce sorridente. In bagno la vasca é stata riempita di petali e sali da bagno e io comincio a pensare che ci sia una candid camera nascosta da qualche parte.
Stremata dai continui suoni di campanello e vista l'ora optiamo per la cena.
Scroscìo delle onde, candele, musica di sottofondo.
Io e Lui.
Cosa volere di più?
Mano nella mano torniamo in stanza, ci sentiamo cullati.
*Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin
"Madame! Vi abbiamo portato una torta, siccome non avete preso il dessert al ristorante abbiamo pensato di portarvelo qui. Good night"

Ora, gentili, gentilissimi, ma o vogliono vederci tornare a casa rotolando o ...
*Driiiiiiiin
scusate, devo andare ad aprire!


Questione di gusti

$
0
0
Colazione.
Una meraviglia.
Pani di ogni tipo, viennoiserie da far invidia alla Ville Lumière, marmellate, muffin e pancakes.
Il tutto presentato nel migliore dei modi, di quelle cose che se mi fossi portata la Canon in vacanza avrei passato più tempo al buffet della colazione che non al mare.
Ad ogni modo.
Torno al nostro tavolo con un triste yogurt e qualche pezzetto di frutta che, si sa, la celiachia non é mai stata una grande alleata sotto questo aspetto.
Sognante penso alla fortuna che ha Lui nel poter assaggiare tutto.
Sta arrivando.
Il piatto é stracolmo.
Sono curiosa, guardo famelica che manco Zac alle 18 prima della pappa.
È sempre più vicino, ho gli occhi a forma di cuore e un po' di bavetta alla bocca.
Mi ricompongo.
Osservo, penso di aver sbagliato.
Forse non é Lui davvero.
Ma noto che mi punta, si dirige verso di me.
Guardo Lui, guardo il piatto.
Ecco.
Avevo appena finito di dire "Chissà chi é quel folle che alle 8.30 del mattino ha voglia di mangiarsi dei ravioli cinesi col caffè?" fino ad accorgermi che ce l'avevo davanti.
Ma non era finita.
Nel piatto, oltre ai ravioli ha optato anche per dei noodles con tanto di uovo sodo e pak choi, fette di prosciutto arrosto (quello dei crauti per intenderci) e due pezzetti di sushi che un po' di pesce crudo chi non lo prenderebbe?
Tutto bene insomma.

Buongiorno!








Trauma post-vacanziero

$
0
0
Che il rientro sia traumatico é risaputo.
Non basta il quantitativo spropositato di vestiti da lavare e stirare, la stanchezza legata al viaggio (nel nostro caso ben 24h) e quello scombussolamento da primo giorno di jet lag.
Eh no.
Hai ben pensato di smaltire quei mojito e quei club sandwich (rigorosamente glutenfree) di troppo con una sana ora di palestra, come se, dopo una settimana di mare, l'unica cosa che vorresti fare al rientro é sudare in 15m quadrati.
Ad ogni modo.
Mi preparo, saluto il cane, metto la barriera così che non possa vagabondare per casa facendo disastri, chiudo la porta e mi ricordo che ho dimenticato di prendere le chiavi della Smart.
Ripenso alle parole di Lui "Amore, prendi la Smart, io vado in scooter, così trovi parcheggio più facilmente", guardo il mio Titanic e le chiavi della mia macchina e mi convinco.
Riapro la porta, tiro su la barriera, risaluto il cane, rimetto la barriera e chiudo nuovamente la porta trascinandomi dietro le borse delle vacanze che porto in garage non senza fatica.
Accendo l'auto e mi accorgo di due cose relativamente drammatiche:
1. La Smart é in riserva
2. Sono uscita senza portafoglio
Ora.
Uno potrebbe pensare: sei in garage, torna a casa e prendi i soldi.
Vero.
Ma non conoscete il peso della barriera divisoria del cane, né lo sguardo affranto di Zac quando capisce che sei tornata per ripartire subito.
Non sapendo come calcolare i km che mi restano da percorrere con la riserva mi metto a frugare nei vari cassettini e trovo delle monete: EVVIVA.
Mi fermo al primo distributore di benzina, ormai in semi-ritardo per la mia ora in palestra, scendo, apro la bocchetta della benzina e faccio per svitare il tappo.
Appunto, faccio per.
Niente.
Non si smuove, sento solo un *craaac *craaaac tipico da "qualcosa non va". Provo, riprovo. Niente. Dall'altro lato scorgo un ragazzo intento anche a lui a fare benzina e chiedo aiuto.
"Nuova?"
Ecco, no. Ma vaglielo a spiegare vestita in arancio fluo, bionda e con la cover del telefono a forma di anguria verde e rosa che solitamente te la cavi egregiamente con i tappi della benzina.
Dopo 15secondi ecco che riesco a fare benzina, parsimoniosa controllo i soldi che ho in mano come se avessi ancora 8 anni e stessi scegliendo il gelato in base al gruzzolo.
Inutile cercare di replicare la faccia della cassiera quando ho pagato 5 franchi e 50 manco avessi fatto benzina al mio Piaggio adolescenziale con tanto di monetine da 20 centesimi.
Ovviamente dietro di me il ragazzo che probabilmente era indeciso tra la risata e la compassione.
Che dire, ho bisogno di una vacanza :-))


TORTINE AI LAMPONI & PISTACCHI (6-8 pezzi)

1 disco di pan di spagna
500g lamponi freschi
500g panna
100g zucchero
qb vaniglia
qb pistacchi
  • Preparare il pan di spagna con la propria ricetta o acquistare i dischi già pronti. Con l'aiuto di un coppapasta tagliare 12 dischetti di 8-10cm di diametro circa (o a proprio piacere)
  • Preparare la bagna portando ad ebollizione 250g di acqua con 100g di zucchero e volendo una punta di coltello di semi di vaniglia, una volta raggiunta l'ebollizione togliere dal fuoco e lasciar raffreddare leggermente. Volendo aggiungere del rum o del Cointreau quando lo sciroppo sarà tiepido per ottenere una bagna alcolica. Essendo una torta asciutta "spugnosa" ha bisogno del liquido per rimanere morbida all'interno
  • Con l'aiuto di un pennello bagnare generosamente 6 dischetti di pan di spagna da entrambi i lati. Posizionare dei lamponi sulla superficie e coprire con un po' di panna precedentemente montata. Bagnare i restanti 6 dischetti e appoggiarli su quelli farciti formando così un sandwich
  • Coprire la tortina di panna facendo in modo che sia completamente ricoperta. Far riposare in frigorifero un paio di ore. Prima di servire guarnire con dei lamponi e qualche pistacchio frantumato




NOTA:
Sostituire i lamponi con altra frutta. Si potrebbe pensare di frullare per esempio delle pesche con del quark per fare una farcia più leggera. Utilizzare un pan di spagna al cioccolato per fare delle mini foreste nere.

Propositi, cambiamenti e obiettivi... Certo!

$
0
0
La mia estate é un po' come il primo gennaio per la maggior parte delle persone, quell' "anno nuovo vita nuova" che trionfante sta sulla bocca di tutti.
Propositi, cambiamenti ed obiettivi la fanno da padroni. Pianificazioni di cose che dovrei fare degne del miglior ingegnere. Calcoli matematici sulle tempistiche. Progetti, tanti progetti.
Poi però.
Sarà l'afa, sarà il sole, saranno gli occhioni di Zac, sarà la voglia di gelato, quella di lido e quella ancora di passare la giornata davanti al frigorifero aperto (no, non per cucinare qualcosa).
Come per gennaio ti ritrovi ben presto con risultati tristissimi in stile Real Madrid contro Ligornetto: 24 a 0. Dove la squadra che vince, ovviamente, non rappresenta il dovere.
Neanche a dirlo.
Però ieri pomeriggio (!!!) ho acceso il forno, trovo sia un buon modo per espiare i miei peccati, no?

TARTE TATIN alle ALBICOCCHE (1 teglia tonda da 26cm)

Per la brisée200g farina 00
100g burro
20g zucchero
1 presa di sale
5g acqua
1 uovo
qb semi di vaniglia
Per le albicocche120g burro
120g zucchero
1kg albicocche 
  • In una ciotola o nell'impastatrice unire la farina, lo zucchero, il pizzico di sale e una punta di coltello di semi di vaniglia. Aggiungere il burro ben freddo e lavorare velocemente fino ad ottenere una sabbia non troppo fine. Aggiungere l'acqua e l'uovo e senza lavorare troppo formare una palla omogenea. Stendere leggermente l'impasto su di un foglio di carta forno e mettere al fresco per far raffreddare più velocemente
  • In una padella far fondere il burro con lo zucchero e volendo una punta di coltello di semi di vaniglia. Una volta ottenuto un bel colore ambrato (senza mai mescolare, eventualmente muovere la padella) aggiungere le albicocche precedentemente lavate, divise a metà e private del nocciolo. Lasciar colorire per qualche minuto
  • Posizionare le albicocche sulla tortiera in modo che la parte tonda sia a contatto con il fondo, possibilmente unirle il più possibile. Stendere la pasta a 4mm di spessore circa e adagiarla sulle albicocche ripiegando i bordi verso il basso. Creare un camino per il vapore al centro della torta facendo un forellino nella pasta
  • Cuocere in forno già caldo a 180°C per 30 minuti circa, la torta deve risultare leggermente dorata. Sformarla tiepida e servirla con una pallina di gelato alla vaniglia (volendo spolverare di pistacchi sbriciolati)




NOTE:
È importante che le albicocche siano mature ma non troppo molli altrimenti faranno come alcune nella foto che si sono spappolate leggermente O.o
Se si vuole preparare in anticipo lasciare raffreddare la torta nella teglia, prima di servirla passarla in forno 4-5 minuti e sformarla. È comunque ottima anche da fredda.
Sostituire le albicocche con un altro frutto.
Per una versione ancora più rapida prendere della pasta sfoglia già spianata al posto della pasta brisée.
Volendo utilizzare una farina senza glutine (meglio se per dolci) per una versione glutenfree.

Ci vuole fantasia...

$
0
0
Dunque, un blog di cucina dovrebbe dare spunti e idee nuove ed originali. Dovrebbe stuzzicare la fantasia e il palato.
Dovrebbe evitare ricette scontate e banali. Dovrebbe rappresentare foto realistiche e ben fatte (nel limite del possibile).
Dovrebbe essere così.
Già.
Poi però arrivano 35°C e l'unica cosa alla quale pensi é il ghiaccio. Oh no, la gelatiera fa già parte delle preparazioni complicate e pensare di succhiare un cubetto mi sembra davvero al limite della decenza.
Così apri il frigorifero e trovi delle fragole e dei kiwi e non sai resistere. Che di originale o di fantasioso non ha davvero niente ma con 'sto caldo "cara grazia", come direbbe mia nonna.

FRULLATO alle FRAGOLE & KIWI (3-4dl)

10ina di fragole
1 kiwi
100g latte
ev. un po' di zucchero o miele
20-30 cubetti di ghiaccio
  • In un mixer unire le fragole private della parte verde, il kiwi sbucciato e tagliato a tocchetti, il latte, eventualmente un cucchiaino di zucchero o di miele e il ghiaccio. Frullare per bene e servire con una fogliolina di menta




NOTA:
Inutile dire che si possono mescolare altri frutti a piacere come anche frullare del caffè per ottenere un ottimo iced coffee. Un toccasana per queste giornate calde.
Viewing all 226 articles
Browse latest View live