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Channel: asinochileggeancora
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Sole, cuore, amore

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Io, Lui e Zac.
Montagna, fiumiciattoli, cascate, profumi e panorami.
Vacanza.
Quella vera, quella a tre, quella da "facciamo una pippa alla Barilla e pure alla Mulino Bianco". Quella vacanza semplice, fatta di leggings e pantaloncini, senza mascara o rossetto, senza infradito gioiello (o come si chiamano poi) o tacchi. Fatta di scarpe da ginnastica, calzettoni, felpe vecchie e smunte, colazioni come se non ci fosse un domani e a nanna con le galline.
Ecco.
Io, Lui e Zac.
In giro non c'é anima viva, siamo i padroni della montagna e tra una chiacchiera e l'altra ci complimentiamo su come é educato il quadrupede. Ok, ancora troppo entusiasta, troppo esuberante, troppo curioso ma al richiamo meglio di Rex. Dentro e fuori dal fiume, su e giù per le vallate.
Da premio, giuro.
Poi però, come per ogni bel sogno che si rispetti, il risveglio é dei più traumatici.
Seduti su un sasso con il nostro bel pranzo al sacco ecco che Zac pensa bene di rotolarsi più e più volte in quello che, esatto, state pensando ma che non posso scrivere su un blog di cucina.
A nulla é valso il richiamo, il fischio, il biscottino o l'incazzatura.
Ringraziando le mucche per il prezioso lavoro fatto per produrre il formaggio ci fiondiamo mollando panini e quant'altro al fiumiciattolo più vicino. Non senza fatica Lui cerca di avvicinarsi all'acqua non prima di lanciarmi il telefono "non vorrei mai che si bagnasse".
Ecco.
Pessima idea.
Lui lancia il suo meraviglioso iPhone 6 che fa qualche piroetta, il tempo si ferma, il cane mi guarda, Lui mi guarda, io guardo il telefono.
*TONF!!
Per un millimetro il telefono mi scivola di mano rompendosi.
Ed é mentre Lui sta ripulendo il nostro cane nell'acqua ghiacciata che decido di tirare fuori il lato ottimista che c'é in me.
"Dai amore, poteva andare peggio, almeno posso scrivere un pezzo sul blog!"
Ecco.
Non ha apprezzato e di Barilla e Mulino Bianco sono rimasti solo spaghetti e merendine.

TARTE TATIN ai POMODORINI CHERRY (1 teglia da 24-26cm)

1 rotolo di pasta sfoglia rotonda
30ina di pomodorini cherry
1 cucchiaio di tapenade (pasta di olive)
1 pizzico di zucchero
qb olio d'oliva
qb sale e pepe
qb erbette (tipo timo o origano)
  • Lavare i pomodori, dividerli a metà e posizionarli ben stretti sulla teglia (scelta per fare la torta) oliata in modo che la parte tagliata sia rivolta verso l'alto
  • In una ciotola preparare una salsina a base di olio d'oliva, zucchero, sale, pepe, erbette e un cucchiaino (a dipendenza dei gusti anche di più) di tapenade. Amalgamare e con l'aiuto di un pennello spennellare i pomodorini. Infornare a 180°C per 30-45 minuti, dovranno risultare ben lucidi dal lato tondo ma assolutamente non bruciati o scuri altrimenti saranno amari
  • Togliere la teglia dal forno e lasciarla riposare il tempo di togliere la pasta sfoglia dal frigorifero. Posizionare la pasta sui pomodorini risvoltando con cura i bordi, fare un foro al centro della pasta per far uscire il vapore. Infornare nuovamente per altri 25-30 minuti o fino a quando la pasta non risulterà dorata
  • Far raffreddare per una 15ina di minuti prima di sformarla su di un piatto da portata e far raffreddare completamente (o almeno intiepidire)







NOTA: 
Al posto della pasta sfoglia preparare una pâté brisée lavorando dapprima 200g di farina con un pizzico di sale e 100g di burro fino ad ottenere un composto sabbioso. Unire poi 70g di acqua fredda e formare una massa omogenea. Lasciar riposare in frigorifero per 30 minuti almeno prima di stenderla. Il procedimento poi resta lo stesso
La mia teglia era relativamente vecchia e ai bordi ha bruciato un po' durante la seconda cottura ma assicuro: non era amara :-))

L'igiene é tutto

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Domenica sera pizza.
Cascasse il mondo.
Esatto, come in quelle case (senza nulla togliere, ovviamente), dove la domenica si sa già cosa si mangerà il sabato sera. Di quelle dove il menu resta fisso, dove non c'é nemmeno più la sorpresa.
Ecco, la domenica qui é così.
E no, non per volere mio.
Ho cercato di boicottare in qualche modo ma sembra che Lui e il divano non ne vogliano proprio sentire. La domenica é sacra e non ci sono Inter o Juve che tengano.
La preparazione, essendo io celiaca, inizia attorno alle 15-16 per avere una lunga lievitazione. La ricetta é cambiata nel corso degli anni e devo ammettere che siamo quasi giunti alla perfezione.  A quel punto dove Lui, quasi quasi, dice "non farla più quella normale, non si sente la differenza".
Ora, che menta é palese, ma fa comunque piacere.
Dicevamo.
Ieri domenica, come al solito: pizza.
Poco importa che siamo scesi dalla montagna, che ci sono bucati da fare, cose da riorganizzare ma soprattutto 40 gradi in casa.
L'ho detto: cascasse il mondo.
Così tra un bucato e l'altro mi metto ad impastare Lui, diligentemente, si fionda a comprare mozzarella e prosciutto (perché anche i condimenti non vanno mai alterati).
Alle 19.00 scendo, accendo il forno a 230°C, prendo il mio impasto bello gonfio, lo modello sulla teglia e uno strano odore di limone pervade nelle mie narici.
Non ci faccio caso, sarà il nuovo sapone per le mani, sarà quello della lavastoviglie appena svuotata, sarà la lisciva dell'ennesimo bucato.
Inforno la pizza per la prima cottura, quella solo col pomodoro. Quella di 20 minuti che quando sei seduta sul divano ti fa venire l'acquolina in bocca, quella che sa di crosticina croccante e già ti fa sognare la mozzarella filante. Quella che prepara il tuo stomaco alla grande scorpacciata. Quella che dovrebbe venire segnalata come "riappacificante mondiale".
Dicevamo.
Sono sul divano e malgrado lo sforzo quel fantastico profumo non arriva, al contrario la casa sembra appena stata lustrata da litri di Mr Proper. Non demordo, torno in cucina e farcisco la pizza con mozzarella e prosciutto, inforno.
"Amore tra 12 minuti si mangia"
La pizza é splendida, la crosta croccante, la mozzarella ben filamentosa, il prosciutto croccante nei punti giusti. Ho davvero l'acquolina in bocca mentre la taglio. Non resisto, ne assaggio un angolino e penso di morire: sa di lisciva per i piatti!
Non può essere, la faccio assaggiare a Lui nella speranza che non senta nulla di anomalo.
Diventa rosso in faccia, e non per la temperatura della pizza, mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite sputando disgustato.
Ecco.
Domenica sera: pane e formaggio.

PS: Ancora sconosciuti i motivi del boicotto ma pare ci sia una pista. Ho utilizzato una ciotola presa dalla lavastoviglie senza controllarla. Temo ci fossero residui di sapone che hanno causato il decesso della tradizione domenicale e, quasi, quello di due ticinesi e un golden retriever.



PIZZA GLUTENFREE (1 teglia da forno)

500g farina Mix B (io della NutriSi)
1 bustina di lievito secco
1 pizzico di zucchero
50g olio d'oliva
480g acqua tiepida
2-3g di sale
  • In una ciotola lavorare con le fruste elettriche la farina, il lievito, lo zucchero, l'olio d'oliva, l'acqua ed il sale fino ad ottenere un composto omogeneo. La consistenza assomiglierà a quella di un cake, quindi molto più morbida e cremosa rispetto a quella di una pizza normale. Coprire con un sacchetto e lasciar lievitare per 2-3h in un luogo tiepido (o nel forno con la luce accesa, o a 30°C)

  • Preriscaldare il forno a 230°C, stendere l'impasto con le mani umide sulla teglia da forno. Cospargere con la passata di pomodoro precedentemente condita con sale, pepe, olio d'oliva e qualche fogliolina di basilico fresco o origano. Infornare per 20 minuti
  • Condire la pizza a piacere (prosciutto cotto, funghi, verdure,...) e la mozzarella tagliata a cubetti. Infornare nuovamente per 10-12 minuti a dipendenza della colorazione desiderata





NOTA:
La farina senza glutine assorbe molta più acqua rispetto a quella normale, per questa ragione l'impasto deve risultare molto umido per poter ottenere una crosta croccante e un interno vaporoso.
Nella foto finale la versione integrale (in quella del passaggio dopo la lievitazione invece normale), utilizzando la farina senza glutine scura. 

Il Principe Azzurro

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Partiamo dal presupposto che sono fortunata, che mio marito é (per la maggior parte del tempo) un santo. Uno di quelli che dopo le cene a casa (spesso) si alza e sparecchia, passa lo straccio se ce n'é bisogno e butta via la spazzatura 9 volte su 10.
Insomma, da lamentarmi ho ben poco.
Però, su alcune cose, davvero non ce la può fare.

1. La tazzina del caffè
Ora, penso che sia convinto che in casa ci sia una fatina della tazzina che magicamente con la forza del pensiero le teletrasporta dal tavolo di cucina alla lavastoviglie. Già, perché Lui non é che le lascia in giro per casa, ah no, é gentile ed educato. Le porta fino in cucina, ma mai, ripeto mai, riesce a trasportarle fino alla lavastoviglie. Il perché mi é ancora sconosciuto

2. La bustina del tè
La mattina inizia presto, alle 5.45 suona la sveglia e da qualche anno a questa parte ha preso l'abitudine di bersi una bella tisana prima di andare a dormire. Di male nulla dato che spesso e volentieri se la prepara da solo. L'inconveniente? Ogni mattina nel lavandino ritrovo il cadavere della bustina che mi aspetta, quasi sia un buongiorno. Ora, ma se il lavandino sta proprio sopra la spazzatura perché non fare anche quel minimo sforzo?

3. Armadi e armadietti
Ho valutato di mandarlo in barca un periodo, dove ogni armadietto ha una chiusura tripla per evitare che, alla prima onda, il servizio di piatti si sfracelli al suolo. Ma temo che anche con questo non riuscirei a guarirlo. Posso dire esattamente se ha rubato un biscotto, preso un bicchiere d'acqua o preparato la cena. Esatto, ogni cassetto, armadio o armadietto che ha visitato rimane aperto. Poco importa se si tratta della cucina, dell'armadio di casa o del bagno

4. "Abbiamo fatto"
Mai come quando abbiamo gente a cena il senso di famiglia viene fuori. Che per carità, il "noi" esiste durante tutto l'anno, ma quando c'é da spiegare cosa si mangia allora il mio cicerone di fiducia da' il meglio di sé. "Stasera abbiamo preparato", "Abbiamo pensato di", "Noi vi proponiamo". Ecco, in questi casi il noi é suddiviso in: io cucino, tu parli. Ci può stare, effettivamente

5. Nascondino
Ora, sempre incredibile, eppure é così. Puoi stare certo che la bustina del tè rimarrà nel lavandino e che l'armadietto non sarà mai perfettamente chiuso ma, e ripeto MA, se per caso, c'é qualcosa da rubare, allora il mio Arsenio Lupin, improvvisamente, diventa il principe azzurro a tutti gli effetti. "Ma quella tavoletta di cioccolato che c'era, dov'é finita?", se per il resto sarei in grado di tracciare i movimenti del consorte, su cioccolato e patatine chips non ho chance. Incredibilmente le cartacce vengono gettate ancor prima di riuscire a finire le cibarie e in men che non si dica, nelle domeniche più temibili, ci si ritrova senza calorie facili ma con un sorriso da birbante che solo sui migliori bambini

Ma che ve lo dico, saranno gli occhi a forma di cuore, sarà che "averne" di difetti così, sarà che siamo sposati da qualche mese, sarà che poi ti fa una battuta e tu non riesci a fare a meno di ridere, ma io un Principe Azzurro migliore non avrei potuto trovarlo, armadi, cioccolato e bustine comprese.


PAIN FOUGASSE (6 pezzi)

500g farina bianca forte
10g lievito fresco
1 pizzico di zucchero
350g acqua tiepida
10-12g sale
qb farina di semola o di mais
  • In una ciotola (o nell'impastatrice) lavorare la farina con il lievito sbriciolato, lo zucchero, l'acqua e il sale fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Coprire con un sacchetto e lasciar lievitare per 1h o fino al raddoppiamento di volume
  • Preriscaldare il forno al massimo della temperatura lasciando all'interno una teglia che fungerà da pietra refrattaria
  • Trasferire l'impasto con l'aiuto di una spatola sul piano di lavoro abbondantemente infarinato con la semola facendo attenzione che la massa perda meno aria possibile, quindi evitare di sgonfiarlo. Una volta assestato dividerlo, sempre con l'aiuto della spatola, a metà (ricavando quindi 2 rettangoli) e da ogni metà ricavare 3 rettangolini più o meno uguali. Incidere nei 6 rettangoli dei tagli con l'aiuto della spatola o un coltello per il formaggio, fare dei tagli netti e decisi così da evitare che si chiudano in cottura. Attenzione a non avvicinarsi troppo ai bordi
  • Trasferire le fougasse su una spatola precedentemente infarinata e aprire bene i fori prima di infornarla sulla teglia rovente per 10-12 minuti a 230°C, o fino a quando risulterà dorato
  • Far raffreddare su una griglia





NOTE:
Per ottenere un risultato più rustico, spolverizzare con delle farina di semola anche la superficie della fougasse prima di infornare. Aggiungere rosmarino tritato, timo o olive denocciolate nell'impasto iniziale per ottenere dei pani più saporiti.
Ricetta ispirata al libro PANE di Richard Bertinet.

TOP 5: incredibile

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È stato mentre reprimevo un istinto innato che ho pensato a questo post. Proprio mentre il mio dito stava per leccare la ciotola del Kaid prima di ricordarsi che, ahimé, il dolce in questione non era senza glutine.
Dramma.
Così, per farmi forza, ho stilato una lista di cinque cose futili (non in ordine di importanza) delle quali non potrei fare a meno.


  1. Leccare le ciotole. Esatto, lo amo. Da quando sono bambina, impasti a crudo di qualsiasi tipo, cose dolci o salate. Anche l'ultima goccia deve finire nel mio stomaco. Neanche a dirlo che la tipica frase delle mamme "ti verrà il mal di pancia" é pura leggenda. Dopo tutti questi anni sarei già dovuta morire un paio di volte
  2. Il bacio della buonanotte. Ora, ma che vita sarebbe senza bacio della buonanotte?? Terribile!! E non sto parlando di morosi, fidanzati o marito e moglie. Ma no! Il bacio della buonanotte é da genitore a figlio, da padrone a cane, da zia a nipote, da amanti... Insomma, come ci si può addormentare senza?
  3. Guardare le foto. Che siano mie o di altre persone, sul telefono o sul computer, cartacee o polaroid. Non ce la faccio, sul telefono al momento attuale ho 8519 fotografie, 193 video e 10 panoramiche. E no, non ho un iPhone 10 con 100GB di spazio. Passo le giornate e fare una cernita sulla foto che potrei eliminare, non senza fatica, per creare quel piccolo spazio da riempire con altre foto. Sono una di quelle che, se dovesse fotografare un evento straordinario se lo perderebbe 9 volte di 10
  4. Storie. Un po' legato al punto 3, sono un'amante del passato, pur avendo sempre un occhio sul futuro. Adoro le storie di viaggio, i racconti o le tradizioni. Riesco ad ascoltarle e riascoltarle per non so quante volte ridendo sempre negli stessi passaggi e ascoltando sempre con la stessa attenzione. Terribile vero? 
  5. Elastico per i capelli. Vi invidio donne, oh voi che riuscite a 40°C ad avere una piega formidabile. Vi invidio, così tranquille e serene, senza mani nei capelli ogni due minuti. Senza collo sudato, fronte visibilmente lucida, onda moscia. Io ci provo, oh se ci provo. Parto con l'idea di una giornata con capello sciolto, dopo la prima ora inizio a fare nodi improbabili nei capelli cercando di affrancarli ma, si sa, col capello a spaghetto le chances sono poche. Così all'alba della seconda ora solitamente rinuncio al capello sciolto
Rileggo.
Ancora.
Ancora.
Terribile.
Non potrei fare a meno di vivere nel passato leccando ciotole con una coda improbabile mentre qualcuno mi da' un bacio della buonanotte.
Aiuto.

PS: inutile dirlo che al primissimo posto vanno Lui, Zac e la famiglia con tanto di amici, cibo, casa, lavoro e quant'altro, vero?

FLAMMENKUCHEN al SALMONE (2 "pizze" tonde da 20cm circa)

200g farina bianca
4g lievito secco
1 pizzico di zucchero
30g olio d'oliva
110g acqua tiepida
4-5g sale
1 cipolla rossa o cipollotto
2 cucchiai di crème fraîche alle erbe
qb salmone affumicato
  • In una ciotola lavorare la farina con il lievito, lo zucchero, l'olio d'oliva, l'acqua ed il sale fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Coprire con un sacchetto di plastica e lasciar lievitare per 1h30 o fino a raddoppiamento di volume
  • Sgonfiare l'impasto, dividerlo in due parti e con l'aiuto di un mattarello formare due cerchi dello spessore di 3mm circa. Condire con un cucchiaio di crème fraîche lasciando 1cm di bordo tutto attorno. Infornare in forno preriscaldato a 240°C per 10 minuti circa
  • Lasciar raffreddare leggermente e cospargere con dei pezzetti di salmone e il cipollotto (o la cipolla) tagliato a rondelle

 



NOTE:
Al posto del salmone utilizzare del bacon e della crème fraîche semplice. Così facendo infornare direttamente la flammenkuchen condita. Eventualmente le cipolle possono essere cotte.
 

Ad Blue

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Sono le 10 del mattino e mi sta chiamando un numero privato. Le possibilità sono due:
1. Il solito servizio clienti misto questionario per chissà quale analisi di mercato
2. Mio papà che é impazzito e mi chiama a questi orari (il suo orario solitamente é correlato ai momenti di guida, la mattina alle 5.30, la sera alle 19)
Decido che vale la pena rischiare.
"Pronto?"
"Ciao Bimbetta" (O.o inutile dire che é la 2 vero?)
"Ciao Papi, qual buon vento?"
"Da quando un papà non ha diritto di sentire la sua bimba preferita?" (ndr. sono figlia unica)
"Mhmmmm" annuisco con fare poco convinto. Adoro il mio Papà (pronunciato bisbigliando tipo PPPPPaPPPPPPa, no, non in stile licantropo, più tipo devozione assoluta), ma una chiamata alle 10 del mattino di martedì stride troppo.
Dopo 2-3 minuti di chiacchiere futili, finalmente, attacca.
"Maaaaaaa, questo AdBlue?"
"EH?"
"Ma siiiii, quello per le auto. Mi é venuta fuori una spia, tu sicuro sai cos'é."
Ora, altri due punti da specificare:
1. No, non sono un meccanico né un figlio maschio. Ok mi ha trascinata a vedere partite manco lo fossi veramente (maschio) ma di motori proprio zero
2. Mio papà sta alle cose pratiche come io all'areonautica spaziale. Esatto. 
"Nessun idea papà, aspetta che guardo".

"E' un additivo che consente ai camion di nuova generazione di rispettare i limiti di emissione previsti dalle severe normative dell'Unione Europea. Garantisce il triplice obiettivo di migliorare il rendimento del motore, ridurre i consumi e abbattere sensibilmente le emissioni nei gas di scarico prodotti dai veicoli dotati di motore diesel."

Ora.
Voi ve la state immaginando la mia faccia vero? Perché mio papà é vero che ha cambiato l'auto, é vero che é un nuovo modello, é vero che é più alta delle altre perché l'anca inizia a fare le bizze ma é anche vero che mio papà non ha comprato un camion.
"Senti, ho visto che al distributore vicino a casa vendono sto coso, vado io a prenderlo e poi vediamo" gli dico mentre lui sta borbottando al telefono dicendo che avrebbe dovuto tenere il catorcio di prima (tipo che ha dovuto pagare lui il garagista per prendersela).
Ad ogni modo, vado a prendere questo AdBlue convinta di chiedere aiuto alla cassiera che gentilmente mi spiega "non é nient'altro che un liquido di pulizia che se però non inserisci intasa tutti i tubi interni". Felice che mio papà non ha comprato un'auto strana bensì estremamente ecologica acquisto 5L di liquido pensando che così "ne ha per un po'".
Certo.
Soltanto la sera a casa, mentre lui mi guardava sollevare 5kg di tanica e trasferirla nel serbatoio con l'imbuto da cucina di mia mamma commentando "mi sembra scomodo" ma non facendo nulla per semplificare la situazione e dopo aver inserito tutti i 5L e acceso la macchina che, imperterrita, segnalava "Rifornimento Ad Blue necessario entro 500km" che ho sinceramente pensato: ma perché non ha tenuto il catorcio?

TORTA MORBIDA AL CIOCCOLATO (8 fette)

200g cioccolato fondente
50g burro
2 uova
75g zucchero
1 pizzico di sale
1 punta di coltello di semi di vaniglia
75g farina
  • In un pentolino far fondere gentilmente il burro e il cioccolato spezzettato grossolanamente
  • In una ciotola sbattere le uova con lo zucchero, il pizzico di sale e la vaniglia fino ad ottenere un composto denso e spumoso. Aggiungere il cioccolato fuso e mescolare bene. Unire anche la farina
  • Stendere il composto a 1-2cm di altezza su di una teglia munita di carta forno e infornare in forno preriscaldato a 180°C per 10-12 minuti. Sulla superficie si formerà una pellicola cioccolatosa e l'interno deve rimanere umido
  • Far raffreddare prima di servire con un cucchiaio di panna semi-montata e dei lamponi



Il primo giorno di...

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All'asilo per esempio pare io abbia fatto ciao ciao con la manina e non mi sia più voltata con un filo di rammarico da parte di mia mamma che, almeno, si aspettava una lacrimuccia o un tentennamento. Niente.
Con il mio contrassegno sole, un grembiule rosa a scacchi e le pantofoline nuove mi sentivo più ganza delle sorelle Kardashian (tutte assieme).
Alle elementari se non ricordo male ero andata qualche giorno prima dell'inizio a vedere la classe e scegliere il banco ma, sempre nella confusione dei ricordi, mi sembra di aver saltato i primi giorni e di essere finita di banco con un maschio.
Ora.
In prima elementare seppur io abbia voluto il sottomano azzurro e la cartella della Mafalda verde e blu di avere un amichetto maschio come primo compagno non se ne parlava proprio.
Eppure.
In prima media ero un cesso spaventoso ma non ero consapevole di esseri. Ero più larga che alta e la mia aspirazione massima era quella di indossare occhiali e apparecchio dentale.
Si, fatela pure quella faccia.
Ero completamente rincoglionita. Che sì, si può dire oggi.
Ad ogni modo, alle medie i primi giorni li ho vissuti con un misto di ansia, i miei compagni delle elementari non erano più con me, ero sola in mezzo ad altri 20 bambini e dovevamo cambiare aula ogni tre per due in questi 4 blocchi giganteschi.
No, non mi sono mai persa e no, non ero così sfigata.
Mi ero ambientata niente male quasi subito con tanto di michetta alle 10 del mattino e "vasche" tra un blocco e l'altro mano nella mano con l'amichetto del momento (quei coraggiosi).
Il primo anno di liceo mi sentivo una di quelle "grandi". Ormai facevo il liceo, i 18 anni erano alle porte e quell'aria da "tra poco vado all'università" si faceva sentire. Un po' ribelle, un po' odiosa, un po' poco studiosa. Il primo giorno ricordo di aver ripensato alle parole del direttore durante la serata di presentazione "il 50% di voi non ce la farà" e il terrore di perdermi tra un'aula e l'altra si é ripresentato più forte delle probabili bocciature.
Ce l'ho fatta.
In 4 anni giusti.
È fattibile, credetemi (malgrado qualche 2.5 a fisica).
Il primo giorno di università é stato strano. Lì sì che ti senti grande per davvero, sei lontano da casa, vivi con degli amici (o su un campus), puoi guidare un'automobile e uscire tutte le sere della settimana. Puoi investire i soldi dei libri in aperitivi e quelli del pranzo in uscite serali. Puoi saltare le ore senza che nessuno ti chieda una giustificazione scritta e firmata dalla mamma. Puoi farti i cavoli tuoi perché ormai i conti li fai solo con te stessa.
Il primo giorno di università é tanto strano quanto figo.
Molto figo.
Il primo giorno di lavoro invece fa schifo. E schifo non si dice, lo so. Ma é davvero temibile. Sei sempre e comunque fuori posto, non conosci nessuno e non sai cosa devi fare. Sei l'unico nuovo a differenza delle altre occasioni e se non hai la fortuna di avere un/a collega che ti prende sotto l'ala e ti accompagna a prendere il caffè a metà mattina ti tocca fare la ronda tra l'ufficio e la mensa. Non parliamo del mezzogiorno che se ti sei portata il pranzo da casa sembri una sfigata ma che se non ce l'hai e nessuno ti invita a uscire ti tocca cercare un bar/negozietto o fare digiuno.
Dal secondo giorno migliora, é proprio solo il primo impatto ad essere difficile.
Insomma.
Il primo giorno é una di quelle cose che ci si porta dietro, che ci si ricorda o che si festeggia in qualche modo. Ma che festa sarebbe senza una merenda degna di tale nome?


KINDER FETTA al LATTE MAISON(10-15 pezzi)

per il biscotto:4 uova
1 cucchiaio di acqua
35g farina
25g cacao in polvere
15g miele
65g zucchero
1 punta di coltello di semi di vaniglia
per la farcia:200g latte condensato zuccherato
350g panna intera
5 fogli di gelatina (8g)
20g miele (1 cucchiaio)
1 punta di coltello di semi di vaniglia
  • Preparare la farcia lavorando il latte condensato con il miele e la vaniglia. Portare a bollore 50g di panna e sciogliere la gelatina precedentemente ammollata in acqua fredda. Unire al latte condensato e mescolare per bene. Montare la panna restante (300g) e unirla con una spatola delicatamente al composto di latte condensato. Coprire con una pellicola a contatto e lasciar solidificare in frigorifero per un'oretta

  • Preparare il biscotto mettendo i tuorli con il cucchiaio di acqua, 35g di zucchero e la vaniglia nella ciotola della planetaria, iniziare a lavorare, aggiungere il miele e continuare a montarli fino a quando risulteranno ben spumosi

  • Montare gli albumi, quando iniziano a diventare bianchi aggiungere i 30g di zucchero tenuti da parte e continuare a montare. Aggiungerli al composto dei tuorli molto delicatamente in due volte utilizzando una spatola e facendo movimenti dall'alto al basso

  • Setacciare la farina e il cacao e unirli in due riprese alla massa di uova facendo ben attenzione a non sgonfiare il composto e a non lasciare grumi di farina

  • Su di una teglia da forno coperta con la carta lisciare a 1cm il biscotto e infornare a 220° (preriscaldato) per 7 minuti. Una volta cotto togliere dal forno, cospargere un lato con un filo di zucchero semolato e avvolgerlo senza la carta forno nella pellicola alimentare così che il vapore mantenga morbido il biscotto mentre si raffredda

  • Una volta freddo, dividere in due rettangoli il biscotto, spalmare la farcia ormai solidificata su un rettangolo e chiudere con l'altro. Coprire e mettere al fresco per almeno un'ora

  • Tagliare a quadretti delle dimensioni di una merendina (o a proprio piacere) e gustare



 


NOTA:

Per una versione meno stucchevole farcire con della panna montata semplice. Si conservano un paio di giorni in frigorifero se chiusi ermeticamente nei contenitori o nella pellicola.




Come una modella

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E ci risiamo.
Un'altra volta.
"Non é che ha una foto sue mentre cucina?"
Ecco.
No.
Che per carità, mi piacerebbe, ma solitamente se sono in cucina la macchina fotografica ce l'ho io. E no, a Lui mica viene in mente di passare di lì e dire to' che bella mia moglie ai fornelli, facciamole un servizio fotografico.
No.
Non va così.
Che poi, ammettiamolo.
La mia tenuta in cucina é forse peggiore della mia tenuta in palestra.
Un dramma.
Si dai, solo nei film una può cucinare col tacco 12 e il tailleur, make-up da sabato sera e cucina immacolata.
Non é credibile.
Così, un'altra volta, mi ritrovo senza l'ombra di una foto decente da utilizzare e, munita di cavalletto e canon, senza telecomando perché chissà dov'é finito, cerco di mettere a fuoco aeree sconosciute per fare dei selfie professionali manco fossi in uno studio.
Il risultato?
Ecco.
Meglio che io continui a stare in cucina.

PS: Le foto non sono state modificate, il taglio dato non é stato cambiato. E sì, mi sono anche cambiata d'abito. La sfiga fatta a persona ah ah ah


FILETTO DI MERLUZZO alla MEDITERRANEA (4 persone)

4 filetti di merluzzo (da 150g circa)
1 scalogno
30ina di pomodorini
40-50g olive denocciolate
qb sale e pepe
qb origano (o altre erbette)
qb olio d'oliva
ev. 2 fette di limone
  • Tagliare i pomodorini a spicchi o, se piccoli, a metà. In una padella scaldare un goccio di olio d'oliva e rosolare lo scalogno precedentemente tritato. Aggiungere i pomodorini e lasciar cuocere a fuoco medio-basso coperti a contatto con un foglio di carta forno (così i pomodorini cuociono più dolcemente e senza condensa). Controllare di tanto in tanto e se necessario aggiungere un goccio di acqua. Salare, pepare, eventualmente aggiungere del peperoncino. Unire le olive precedentemente tagliate e finire di cuocere a fuoco minimo
  • Su una teglia posizionare i filetti di merluzzo, salarli e peparli, aggiungere l'origano tritato e due fettine di limone. Infornare nel forno a vapore (o eventualmente nella vaporiera) per 5 minuti circa (dipende dall'altezza del pesce)

  • Servire i filetti di merluzzo con i pomodorini e le olive, una fogliolina di basilico e un filo di olio d'oliva a crudo


 


NOTE:
Sostituire il merluzzo con dei filetti di branzino o orata, eventualmente per questi due pesci sostituire il metodo di cottura al vapore con quello al forno classico o in padella. I tempi di cottura possono variare.

Mio marito non la racconta giusta

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Vado a dormire presto, saranno le 22.00, sono stanca morta e reduce da un weekend impegnativo, fatto di matrimoni, teatri, compleanni e quant'altro.
Lui di certo non cerca di farmi cambiare idea con il suo triatlon sportivo alla televisione che é passato dal calcio regionale, al basket e infine al derby.
"Amore vado a dormire, buonanotte"
"Aspetta! Accendo la tele in camera così quando salgo non ti disturbo perché non ti accorgi del cambiamento e io guardo Federer"
Ora.
Ma perché io devo addormentarmi con in sottofondo la F1 seguita da tutti i risultati sportivi del mondo per non sentire il cambiamento dal silenzio e buio profondo?
Ma, sono una neo-mogliettina, accetto.
Sto crollando nella mia prima fase REM quando "GOOOAAAAALLLLL SIIIIIIIII, GRAAAAAANDEEEEE" manco fossi in curva allo stadio. Per chi se lo stesse chiedendo, ha segnato l'Inter e mio marito ha pensato bene di urlarlo al mondo. Mancava solo un balletto in stile "ca-po-li-sta" dopo 3 partite.
Ma, sono una neo-mogliettina, accetto.
Mentre mi sto riaddormentando arriva in stanza con passo felpato, fa le sue cose e si mette a letto. Dopo 2 minuti si alza e va a prendere qualcosa, si rimette a letto. Dopo 5 minuti gli cade il telecomando dal letto, lo raccoglie. Dopo altri 5 minuti si alza e sento che litiga con l'unica zanzara superstite della stagione. Si rimette a letto con la solita delicatezza.
Ma, sono una neo-mogliettina, accetto.
È quasi mezzanotte e ormai sono semi-sveglia, Lui ha deciso di non guardare Federer perché causa pioggia ci sono dei rinvii, o così capisco. Mette giù la testa e inizia una delle sue sinfonie migliori, di quelle in do bemolle maggiore quella che, mi auguro, molti mariti o fidanzati sanno comporre facilmente.
Ma, sono una neo-mogliettina, accetto.
Alle 4 del mattino quando finalmente sono nel mondo dei sogni, proprio mentre stava succedendo una figata pazzesca che nemmeno mi ricordo sento Zac che non si sente bene. Cerco di far buon viso e cattivo gioco, magari si alza Lui. E infatti, sono una moglie fortunata. Peccato che per farlo accende la luce del telefono che mi spara in pieno viso, esce con passo da papera incavolata dal cane che si sta sentendo male sul divano. Mi alzo anch'io. Pulisco con grande gioia e metto a lavare gli asciugamani.
"Vai già a lavorare?"
"No, mi butto giù ancora una 20ina di minuti"
Già, buttato si à buttato ma per 3 minuti prima di rialzarsi sbuffando "non riesco più a dormire", si alza e va a fare la doccia ovviamente sbagliando il tasto della luce che ha illuminato la nostra stanza.
Ma, sono una neo-mogliettina, accetto.
Mentre Lui é in doccia il cane fa una fuga proibita nella nostra stanza sbagliando i tempi, Lui ancora snervato dai precedenti del divano lo riporta a cuccia con tono severo da padrone e torna in camera  vestirsi. Quando é pronto, come ogni mattina, si siede a bordo letto e mi da' un bacio
"Ma sai che a questo punto mi conviene svegliarmi?"
"Dormi amore mio, hai bisogno di riposare"
Ecco. Peccato che poi scendendo fa cadere le chiavi sulle scale che fanno un tonfo terribile, che mi chiede se ho bisogno dell'auto grande o quella piccola e che, finalmente, esce di casa.
Un minuto dopo mi ritrovo con un Golden Retriever scodinzolante davanti al naso perché, ovviamente, qualcuno non aveva chiuso bene la porta della stanza.
Ma, sono una neo-mogliettina, accetto.
Però, quando ti alzi al mattino e ti ritrovi un post su Facebook dove la vittima la fa Lui, allora no, allora proprio non ce la posso fare.
La vittima qui sono io, sappiatelo.

TORTA MORBIDA alla RICOTTA e CIOCCOLATO (1 stampo)

250g farina 00
250g ricotta di mucca
150g zucchero
3 uova
1 punta di coltello di semi di vaniglia
30g Nutella (1 cucchiaio circa)
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
  • Montare le uova con lo zucchero e la vaniglia fino a quando risultano bianche e spumose. Aggiungere la ricotta e lavorare per far amalgamare il tutto. Aggiungere la farina, il sale e il lievito precedentemente setacciati in due volte. Lavorare delicatamente. Unire la Nutella ed eventualmente delle pepite di cioccolato e mescolare
  • Versare in uno stampo precedentemente foderato di carta forno preferibilmente di 24-26cm di diametro e infornare a 175°C (preriscaldato) per 45 minuti circa. Prima di sfornare fare la prova dello stuzzicadenti che deve fuoriuscire pulito
  • Far raffreddare su una griglia, prima di servire spolverare con lo zucchero al velo





NOTA:
Questa torta morbida é decisamente versatile e il cioccolato può essere sostituito con della frutta o altro come per una torta allo joghurt.


Shopaholic

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Da bambina ricordo che era una delle mie principali attività a casa della nonna. Inizialmente la parte divertente era ritagliare gli abiti e incollarli su fogli di carta bianchi con scarabocchi pretenziosi di figure femminili e maschili. Crescendo avevo fatto grasse risate con le amiche pensando agli uomini in boxer che dovevano farsi fotografare. Incredibilmente mi sto vergognando più io a raccontarlo di quanto si possano essere vergognati loro con una Canon puntata nelle parti intime.
Comunque.
Finito di disegnare e ridacchiare ero passata ad ordinare. Avevo ceduto al fascino di una rivista di cose sportive poi di cose per la casa e per finire con dei gadget terribili che compleanni improbabili. Se non ti piaceva qualcosa, sbattimenti postali a parte, potevi liberartene facilmente. Insomma, un vero toccasana per i pigri.
Ma poi.
Ecco che arriva lui.
E no, non sto parlando di Lui stavolta.
Parlo di quella rete infinita chiamata internet che ha drasticamente cambiato le sorti dei cataloghi cartacei casalinghi.
Non subito, per carità.
Che all'inizio dare le coordinate delle proprie carte di credito era come andare a fare la spesa di sabato nudi.
Impensabile.
Poi però abbiamo ceduto tutti (o quasi).
Viaggi, alberghi, creme, sconti, vestiti, borse, sciarpe, cappelli, materiale per le feste, ...
In un attimo rischi di vedere la tua figura in 3D che indossa quel vestito che tanto ti piace, in un attimo hai fatto click e senza neanche accorgertene sei una nuova proprietaria di innumerevoli futilità (o meno).
Che per carità, che batta il contatto umano di un bel negozio, quella sincerità tipica della commessa che ti dice "signora, le sta un IN-CAN-TO!" anche quando sembri un salsicciotto umano (concedetemelo, una così tra le miliardi di fantastiche aiutanti allo shopping vi sarà capitata no?). Però, volete mettere la gioia dell'arrivo del postino e l'improvvisa ira quando vi accorgete di aver sbagliato misura?
Esatto.
Il lunedì prende tutto un altro gusto.
PS: Almeno a qualcuno sembra andare bene il pacco... ihihih :-)

(le ultime) MELANZANE RIPIENE (4 persone)

3 melanzane
400g macinata di manzo
100g macinata di maiale
1 manciata di pomodorini
1 scalogno
1 mozzarella
1 goccio vino bianco
qualche foglia di basilico
qb olio d'oliva
qb sale & pepe
  • In una padella rosolare lo scalogno tritato con un filo di olio, aggiungere la carne macinata di manzo e di maiale e lasciare rosolare fino a quando cambierà di colore. Bagnare con un goccio di vino bianco, lasciar evaporare. Aggiungere la polpa delle melanzane precedentemente spolpate con l'aiuto di un cucchiaio, salare e pepare. Lasciar cuocere per qualche minuto prima di aggiungere i pomodorini tagliati a spicchi (o a metà). Continuare a cuocere
  • Farcire le melanzane e infornare a 180°C per 30 minuti circa, togliere dal forno, aggiungere su ogni melanzana alcune fette di mozzarella e infornare nuovamente fino a quando si sarà sciolta
  • Servire con un goccio di olio d'oliva e qualche foglia di basilico



NOTA:
Per una versione vegetariana sostituire la carne macinata con del paneer o del tofu grattugiato. Aggiungere a piacere del formaggio nella farcia.

Moglie (IM)perfetta

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Io lavoro la sera, Lui al mattino.
A volte riusciamo ad incastrare un pranzo in velocità, tanto per dirci "ah ciao tutto bene?", una di quelle cose tipo meeting di lavoro con tanto di punti da discutere.
Tranquilli, non prendiamo appunti.
Ad ogni modo, dicevo.
Dato che per mestiere cucino e che a cena non ci sono quasi mai mi sembra davvero brutto, all'alba del sesto mese di matrimonio, abbandonare (ah ah) il mio maritino a casa solo, col frigorifero vuoto (ma quando mai?) in preda ai bastoncini Findus (che sarebbe molto più felice).
Così, da buona massaia, cerco di fargli trovare la cena pronta, a volte persino programmata nel forno che basta aprirlo per mangiare un piatto caldo.
Ecco.
"Amore ho visto una ricetta di un cake agli spinaci che mi sembra davvero ottimo, se te lo preparassi per cena?"
"OTTIMO!"
Benestare ricevuto, mi metto all'opera.
Spinacini novelli, ricotta, pinoli. Sembra davvero una delizia. Non contenta gli prendo anche un'insalatina novella, dei pomodorini e un pezzetto di formaggio che non si sa mai.
Preparo tutto e, vista la porzione del cake, decido di portarne un pezzetto come aperitivo al corso della sera.
Sembra sia buono.
Molto buono.
È mezzanotte, sono stanca, rientro a casa a mo' di Tom Cruise in Mission Impossible con un Golden Retriever che scodinzolante non mi molla fino a quando non lo degno di almeno 5minuti di coccole no-stop. Mi dirigo in cucina, un effetto incondizionato credo.
Entro, mi guardo in giro ed ecco che lo vedo, immacolato.
Anzi, peggio.
Due fette tagliate, una rimessa nella teglia intera, l'altra a metà.
Un successone.
"Scusa ma il cake ieri sera?"
"Amore, lasciatelo dire, la prossima volta lasciami pure i findus"
Grazie.

CAKE ai SPINACINI, RICOTTA & PINOLI
200g farina 00
3 uova
50g burro
150g latte
100g ricotta (circa 2-3 cucchiai)
100g pinoli
50g spinacini novelli
1/2 bustina di lievito per dolci (7-8g)
qb sale & pepe
  • In una padella antiaderente tostare i pinoli senza aggiungere grassi fino a quando risulteranno dorati. Far raffreddare
  • In una ciotola lavorare le uova con il burro precedentemente fuso. Aggiungere metà della farina mescolata con il lievito e metà del latte, mescolare bene e unire anche il resto fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Salare e pepare
  • Incorporare gli spinacini lavati e i pinoli, amalgamare bene
  • Versare metà del composto in uno stampo foderato (o precedentemente imburrato e infarinato), aggiungere la ricotta a cucchiai e coprire con il resto della massa
  • Infornare in forno già caldo a 180°C per 25-30 minuti. Fare la prova dello stuzzicadente


NOTE:
Essendo un cake ha bisogno forse di un goccio di olio d'oliva o di una salsina da servire a lato se lo si mangia come piatto unico. È ottimo anche tagliato a bocconcini come aperitivo.
Non servire a mariti troppo puntigliosi :-)

Le terribili 4

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È inevitabile, più forte dell'essere umano. Per carità, magari non continuo, magari a ondate, magari l'hai fatto solo una volta, ma dimmi che non sei vittima della terribili 4.

1. Hai un moroso?
Ecco, la prima delle fatidiche domande pronunciata già all'età di 3 anni in occasione della prima settimana di scuola materna. La situazione non cambia minimamente nel corso degli anni. Anzi.
Se possibile peggiora nell'adolescenza dove, manco morire, vorresti spifferare le tue delusioni amorose (o meno). Preferisco non addentrarmi nel dramma dei 25-30 in occasioni di Natale, compleanni o visite alla nonna che, come un disco rotto, indaga sulla tua situazione (preoccupante) da zitella (anche se hai un moroso che lei non ha ancora conosciuto)

2. Ma quando ti sposi?
Ora. Ci conosciamo da qualche mese. Vero, stiamo bene, ridiamo e scherziamo e sì abbiamo persino passato qualche giorno al mare assieme. No, questo non vuol dire che ci sposeremo nel giro di qualche settimana. No, nemmeno se me lo richiedi ogni mese. Soprattutto se l'aspirante marito di inginocchiamenti e anelli all'anulare non ne vuol sentire parlare. E sì, dopo 4 anni ho un livello di eccitazione elevata ad ogni anniversario, compleanno o data importante senza che tu mi chieda la solita cosa. Anche quest'anno un braccialetto

3. A quando il pupetto?
Ecco, ci siamo sposati. Tipo ieri. Ci ho messo anni e anni per arrivare allo status di moglie, ce la stiamo godendo alla grande e tu già mi chiedi a quando il lieto evento? Ecco, sì ci sarà, ma quando ti ricapita di vivere questa vita a due in pieno egoismo matrimoniale? Inoltre, quella pancetta che vedi sotto la maglietta non é quella da *sorrisino, viso stortato leggermente, occhio lucido e "ma vaaaa". No, quella pancetta é dovuta in ordine a 1. La maglietta che mi cade male e quindi che quando arrivo a casa metto in un sacco per la Caritas 2. Il pranzo a base di polenta e gorgonzola finito con una bella mousse al cioccolato

4. Ma un fratellino per questo bimbo?
Su questa diciamo che non ho grande affidabilità in quanto mi sono bloccata al punto 2 (superandolo) e sono nel limbo del punto 3. Però, pare che le fatiche non siano finite. Eh no! Che mica puoi accontentarti. Già, non é sufficiente avere un fidanzato, sposarsi e fare un figlio. No. Non fai in tempo ad uscire dalla sala parto che già al primo messaggio di auguri ti chiedono "ma a quando un fratellino o una sorellina?"

TORTA al LIMONE con MERINGA ITALIANA & LIME (22cm)

75g farina
10g zucchero al velo
2 cucchiai maizena
1 pizzico di sale
60g burro freddo
90g succo limone (2-3 limoni)
100g zucchero fine
3 uova
2 cucchiai (abbondanti) di farina
scorza di 1 limone
1 lime
40g albumi
100g zucchero
40g acqua
  • In una ciotola lavorare velocemente la farina con lo zucchero al velo, la maizena, il sale e il burro freddo fino ad ottenere una sabbia fine. Appiattire sul fondo di una teglia per torte a cerniera aiutandosi se necessario con un batticarne per uniformare al meglio la base. Infornare a 180°C (preriscaldato) per 15-20 minuti o fino a quando il fondo risulterà dorato
  • Sbattere le uova con la scorza di un limone, il succo di limone, lo zucchero e la farina fino ad ottenere una massa liscia senza grumi. Versare il tutto sul fondo ormai dorato, abbassare la temperatura a 150-160°C e lasciar cuocere per altri 25-30 minuti o fino a quando il flan si sarà addensato. Dovrà assomigliare ad un budino come consistenza
  • Preparare la meringa italiana portando a 121°C l'acqua con lo zucchero senza mai mescolare, raggiunti i 105°C iniziare a sbattere gli albumi dolcemente per incrementare la velocità via via che ci si avvicina alla temperatura desiderata. Una volta ottenuta versare a filo lo sciroppo sugli albumi che girano a massima velocità, versare tutto e continuare a montare fino a quando la ciotola della planetaria non é fredda. Mettere il composto in un sac à poche e riservare
  • Decorare la torta a proprio piacere con la meringa italiana, con l'aiuto di un bruciatore bruciare la meringa, spolverare con la scorza di lime grattugiata e qualche fogliolina di menta




NOTA:
Sostituire il limone con il lime. Per una torta più grande raddoppiare i quantitativi.



Video-disastro

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È che non ho saputo resistere.
Continuavo a vedere video ricette in giro, di quelle fatte in 10 secondi dove non capisci niente di quello che succede ma sembra tutto così facile. Quelle dove dopo 10 minuti sei ancora agli ingredienti e te ne aspettano altri 40 per capire di cosa parlerà la ricetta.
Ci sono quelle in stile americano dove "zac, zac, zac" aprono tre scatole, srotolano tre fogli, buttano formaggio grattugiato ovunque ed ecco che hai il risultato.
Ci sono quelle con i bambini, con le nonne, con gli zii, con i fidanzati, le amiche, con la voce fuori campo, con le riprese terribili e quelle quasi professionali.
Insomma, "ga n'é par tücc".
Così ecco il mio prototipo zero, alla "buona la prima", 10 minuti per filmare, 3h per montare. Senza contare la pazienza ballerina a far compagnia allo sguardo da pesce lesso davanti al computer.
Di miglioramenti, certo, se ne possono fare. E anche molti.
Però, ve lo devo pur dire, ne vado abbastanza fiera.
Ah, no, non del video.
Della torta.

TORTA al CARAMELLO al BURRO SALATO & CIOCCOLATO (24cm)
Guscio
220g farina
30g mandorle tritate
100g zucchero
1 pizzico di sale
125g burro morbido
1 uovo
Caramello al burro salato250g zucchero
2 cucchiai di acqua
100g burro "demi-sel"
170g panna
Ganache al cioccolato200g cioccolato fondente
150g panna
20g burro
  • In una ciotola lavorare in una sabbia veloce la farina con lo zucchero, il pizzico di sale e il burro. Aggiungere l'uovo e impastare velocemente. Avvolgere nella pellicola e mettere al fresco per mezz'ora
  • Stendere la pasta a 2-3mm di spessore su un cerchio di carta forno delle dimensioni della teglia. Tagliare la pasta in eccesso e bucherellare il fondo con una forchetta. Coprire con un altro strato di carta forno, versare dei legumi secchi e cuocere "a bianco" a 180°C (forno preriscaldato) per 10 minuti, togliere i legumi e la carta forno e proseguire la cottura per altri 10-15 minuti. Il fondo deve risultare dorato. Far raffreddare (sempre nella teglia) su una griglia
  • Preparare il caramello al burro salato facendo fondere lo zucchero con l'acqua, una volta raggiunto un bel colore ambrato, spegnere il fuoco e aggiungere la panna precedentemente scaldata. Mescolare energicamente con una frusta e aggiungere il burro freddo. Riportare a temperatura sempre mescolando e raggiungere i 108°C. Lasciar raffreddare leggermente e versare nel guscio precedentemente cotto. Mettere al fresco per almeno 30 minuti
  • Preparare la ganache al cioccolato spezzettando il cioccolato in una ciotola e versandoci sopra la panna portata ad ebollizione. Lasciar sciogliere per qualche minuto prima di mescolare con una frusta evitando di inglobare troppa aria. Dovrebbe risultare bella lucida. Aggiungere il burro e continuare a mescolare. Rovesciare la ganache sopra la torta (il caramello dovrà essersi solidificato), regolare se necessario con una spatola e mettere al fresco per un'oretta almeno
  • Aggiungere un po' di fleur de sel sulla superficie e servire




Video:



NOTE:
Dunque, se siete di quelli amanti di Daim's e Twix allora questa torta fa per voi. Per gli altri, mi spiace che preferiate carote e sedano ;-)))))
Volendo utilizzare una pasta brisée già pronta.

Primi amori

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Mi sembrava un miraggio, una di quelle cose ormai eliminate. Pensare che una volta li amavo, addirittura avevo fatto indigestione.
Già, perché durante il periodo adolescenziale i miei genitori si erano finalmente decisi a lasciarmi sola a casa e per le mie cene mi nutrivo di ravioli.
Ma anche a pranzo chiedevo i ravioli a mia mamma. E possibilmente anche a cena.
Dopo due settimane di ravioli non ne ho più voluto sentir parlare.
Ma poi.
Già.
Ma poi quando una cosa non la puoi più avere diventa la più buona e così io, che non ho mai amato pizze, panini e paste, esattamente nel momento in cui il medico ha decretato che vita natural durante (cito, e credetemi, fa un certo effetto sentirselo dire) avrei dovuto rinunciare al glutine.
Ecco.
Sapete cos'é successo?
Esatto.
Improvvisamente l'unica cosa di cui avevo voglia erano pizze, panini e paste.
Un po' come il mercoledì delle ceneri che non riesci ad immaginare un pasto senza carne o il gennaio senza alcolici che ti sembra di voler vivere in perenne stato d'aperitivo.
Ad ogni modo, mi sto perdendo.
Dicevo.
Per 10 lunghi anni non ho più assaggiato un raviolo, ho fatto una volta un tentativo, qualcosa come 7-8 anni fa e fu talmente fallimentare che non ci riprovai più.
Fino a qualche giorno fa.
Un po' timorosa, un po' scettica, l'impasto non ha l'aria di essere dei migliori, non si riesce a stendere con la sfogliatrice manco a pagarlo, col mattarello tende a rompersi.
Però.
Ve lo devo dire?
Mi sono sembrati i ravioli più buoni del mondo.

RAVIOLI GLUTENFREE al FINOCCHIETTO, RICOTTA & LIMONE (2 persone)

200g farina MixB
2 uova
2-3 cucchiai di acqua
1 pizzico di sale + qb per la cottura
250g ricotta
1 limone
qb parmigiano
qb finocchietto
qb sale & pepe
qualche foglia di salvia
20g di burro
  • In una ciotola lavorare la farina con le uova, il pizzico di sale e 2 o 3 cucchiai di acqua (a dipendenza della consistenza aggiungerne un quarto) fino ad ottenere una massa liscia ed omogenea. Lasciarla riposare sotto una ciotola per 15-30 minuti
  • Preparare la farcia lavorando con un cucchiaio la ricotta, il finocchietto tritato, il parmigiano, la scorza di limone e una macinata di pepe. Assaggiare ed eventualmente correggere. Mettere in un sac à poche e riservare al fresco
  • Stendere la pasta con un mattarello il più sottile possibile (1-2mm circa) cercando di formare una banda rettangolare. Formare dei mucchietti di impasto, spennellare con dell'acqua e richiudere i ravioli facendo attenzione che tutta l'aria esca. Con l'aiuto di una rotella dentata tagliare i ravioli e riservarli su un vassoio infarinato. Ripetere fino a terminare la pasta
  • In un pentolino sciogliere il burro e soffriggere dolcemente la salvia fino ad ottenere un burro nocciola
  • Portare a bollore l'acqua, salarla e cuocere i ravioli per qualche minuto. Scolarli nel burro e salvia, farli saltare velocemente e servirli con una grattugiata di scorza







NOTA:
Ovviamente si prestano a qualsiasi altro ripieno. Se avete le forze fateli e congelateli :-)
Di regola su ogni 100g di pasta 1 uovo e 1 cucchiaio di acqua

Questioni scottanti

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Chi troppo vuole nulla stringe.
Mai detto fu più vero.
Avevo una torta perfetta, soffice, dorata e profumata.
Era davvero uno spettacolo.
Già.
Era.
Poi ho deciso di tagliarla, per fare quella foto dall'interno, per vedere com'era dentro.
Orrore.
Il centro mi sembra ancora poco cotto, per carità, non crudo. Quei 2 minuti.
Eppure la prova dello stuzzicadenti l'avevo fatta.
Idea.
La infilo un attimo in forno.
Che mica si fa di solito, chiaro. Ma vorrai mica non tentare, no?
E così accendi il forno, la rimetti al caldino.
"Giusto 5 minuti".
Ma poi.
Chiama Lui, fuori splende il sole, i colori dell'autunno, qualche ora e sarai rinchiusa nuovamente in cucina. Goditela.
Già.
Goditela.
Rientri in casa, beata e felice. Un odore terribile ti riporta alla realtà.
La tortaaaaa!!

PS: E in fondo anche la video ricetta, tanto per esagerare...

TORTA MORBIDA ai CACHI MELA (1 tortiera da 24cm)

2 cachi mela
200g di farina
1 cucchiaio di Maizena
10g di lievito per dolci
3 uova
140g di zucchero
40g olio di semi
120g latte
1 pizzico di sale
1 limone¨
1 punta di coltello di semi di vaniglia
  • Sbucciare i cachi mela, privarli delle estremità e tagliarli a dadini. Metterli in una ciotola e marinarli con il succo del limone (al quale avrete prima tolto la scorza). Lasciar macerare
  • In una ciotola montare gli albumi a neve con il sale. In un'altra lavorare i tuorli con lo zucchero fino a quando risulteranno bianchi e spumosi. Aggiungere l'olio e poi il latte. Amalgamare bene. Unire la farina (precedentemente setacciata con la Maizena e il lievito per dolci) in due volte lavorando bene per evitare che si formino grumi. Aggiungere la scorza del limone e la vaniglia, amalgamare
  • Versare il composto in una tortiera precedentemente imburrata e infarinata, cospargere la superficie con i dadini di cachi mela
  • Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 45-50 minuti, verificare la cottura con uno stuzzicadenti. Far raffreddare e cospargere di zucchero al velo







NOTE:
Sostituire i cachi mela con dell'altra frutta di stagione

VIDEO RICETTA (ci ho preso gusto, ahimé)


Making banana pancake...

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Senza tanti giri di parole, senza tante storie.
Una di quelle ricette con pochi grassi e pochi carboidrati ma dalla soddisfazione garantita. Ci vuole un attimo a farli (e, ovviamente, a mangiarli).
Ottimi per la domenica mattina o per il lunedì, fiduciosi che questo possa migliorare il nostro umore.
Senza tanti giri di parole, senza tante storie.

BANANA PANCAKES (1 persona)

1 banana
1 uovo
1 cucchiaio di farina
1 punta di coltello di lievito chimico
qb vaniglia in semi
qb cannella
1 cucchiaio di yogurt greco magro (o meno)
qb miele
qualche  noce
  • In una ciotola lavorare con una forchetta la banana con l'uovo, la farina, il lievito, la vaniglia e la cannella fino ad ottenere un composto più o meno omogeneo
  • Ungere una padella e cuocere a porzioni i pancake avendo particolare cura nel girarli in quanto, a differenza dei pancake normali, saranno molto più morbidi. Andare sotto con una paletta e "cappottarli" dall'altro lato. Cuocere per un minuto circa (dipende dalla grandezza)
  • Impilare i pancake cotti, aggiungere un cucchiaio di yogurt, un cucchiaino di miele e qualche noce spezzata


 


NOTE:
Ovviamente si può sostituire lo yogurt con qualsiasi altra cosa :-)


VIDEO RICETTA:




Nuove frontiere: la mia APP

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È così che nasce.
Dal nulla.
Da un sogno nel cassetto.
Prima te lo studi internamente, non lo dici a nessuno. Hai paura che possano guardarti con quell'aria del tipo "ma vaaaa" che però non é intonato a mo' di sorpresa quanto di "ma che cazzata".
Terribile.
Poi però, pian piano, sei pronta ad uscire dal guscio, ormai il castello che hai creato é talmente grande che non riesci più a contenerlo. Così, scherzando, nel pour parler, tra una forchettata e l'altra esordisci con tuo marito "Pensa se avessi un app", attendi quei 2-3 secondi e fai una risata isterica del tipo non ti faccio capire se sono seria o meno.
È quando vedi l'espressione di Lui cambiare e senti i suoni che escono dalla sua bocca "Ma certo!! Dovresti" che il castello inizia a prendere forma. Stavolta per davvero.
Trovare gli sviluppatori, cercare le idee, vedere cosa é fattibile, cosa potrebbe servire, cosa potrebbe essere nuovo. Parlare di backend e di frontend manco facessero parte del tuo vocabolario da sempre. Trascrivere le ricette, controllarle, correggerle, aggiungere le foto, i tempi, i consigli. Andare indietro nel passato e valutare che, orrore!, facevi delle foto davvero terribili. Che tranquilli, no, non credo di essere brava, ma migliorata sì, credetemi sulla parola.
Rileggere testi di racconti di anni addietro, di avventure, di ricordi sbiaditi.
Gli incontri con i ragazzi della tecnica, affinando il progetto, cercando di farti capire ma soprattutto di capire loro, con le loro terminologie strane e la loro infinita pazienza nell'ascoltare e cercare di accontentare i miei desideri.
La prima volta sul telefono, che é un po' come la prima volta in tutto: non va come speri. Il mio telefono troppo vecchio, con l'iOS aggiornato al medioevo. L'attesa per l'aggiornamento e finalmente Lei, sul mio schermo, pronta per essere utilizzata.
I bug, le correzioni, il server che fa le bizze, l'approvazione di Apple e Google e il timore che "ma piacerà?".
E poi niente.
Chissenefrega.
Quel quadratino rosa con la scritta bianca che ormai ti rappresenta é talmente bello da farti sciogliere, da farti capire che ogni scarrafone é bello a mamma sua.
E credetemi, di questa app, io, sono già completamente innamorata.
E spero lo siate anche voi.

[La trovate sia per telefono che tablet, sia per Apple che Android. Un grazie speciale (manco fossi una star) a mio marito che mi sopporta e supporta sempre e comunque e alla Singularity Software AG per aver fatto un lavoro meraviglioso]

POLPETTE DI ZUCCHINE (8-10 polpettine)

1 zucchina
3-4 cucchiai di parmigiano grattugiato
3-4 cucchiai di pan grattato
1 uovo
qb pepe
qb farina
1 goccio olio d'oliva
ev. sale
  • Tagliare le estremità della zucchina e grattugiarla con una grattugia per rösti (dai fori larghi). Aggiungere l'uovo, il parmigiano e il pan grattato, una macinata di pepe ed eventualmente sale. Se necessario aggiungere pan grattato e/o parmigiano fino ad ottenere una consistenza umida ma compatta
  • Formare delle polpettine, passarle nella farina e cuocerle in una padella antiaderente con un goccio di olio d'oliva per qualche minuto. Devono risultare dorate e croccanti
  • Servire con un'insalata


E ovviamente non può mancare la video ricetta :-))



E ovviamente la ricetta la trovate anche sull'app! :-)



Ciao, mi chiamo Eleonora e sono dipendente

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È l'affetto che ti prende di sorpresa.
Ti travolge.
Non ti fa addormentare la sera per l'agitazione, ti fa controllare il telefono ogni tre per due, ti porta ad avere un sorriso ebete continuo.
È più forte di te.
Sei stata contagiata dall'affetto delle persone e pare sia una droga della quale risulti dipendente subito.
Ecco.
Mi chiamo Eleonora e sono dipendente.
Molto dipendente.

Non ho parole, ma per davvero. Posso solo ripeterlo, un'altra volta e ancora, ancora ...
... Ancora una volta, grazie!

CHICKEN NUGGETS al FORNO (2-3 persone)

2 petti di pollo
1 goccio di latte
1 pizzico di sale
2 uova
qb farina
qb pangrattato
qb olio d'oliva
ev. pepe
  • Tagliare i petti di pollo a tocchetti e metterli in un frullatore. Aggiungere un goccio di latte e un pizzico di sale. Eventualmente una macinata di pepe, uno scalogno tritato o delle erbette. Frullare il tutto fino ad ottenere una massa liscia ed omogenea
  • Formare i nuggets, passarli nella farina, poi nelle uova sbattute e per finire nel pangrattato. Continuare fino a finire la massa

  • Adagiare i nuggets sulla teglia da forno, oliare leggermente la superficie ed infornare a 180-200°C per 15 minuti circa o fino a quando risulteranno dorati
  • Servire con dei bastoncini di verdure o un'insalata





Cose che capitano

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Dicono che chi non ha testa, ha gambe.
Ma dicono anche Grazia, Graziella e...
Insomma, questa settimana va così, forse vivo nel ricordo della nonna 90enne o cerco di prepararmi agli anni a venire. O forse sono semplicemente all'alba dei 30 ed é così che funziona.
O forse sono semplicemente svampita.
Che per carità, dimenticarsi un appuntamento dall'estetista può capitare a tutti.
Anche il fatto di lasciare le chiavi del proprio atelier nella macchina di Lui dopo che, ovviamente, Lui ti ha esplicitamente chiesto "hai preso tutto? Sicura?".
Ecco, come al solito, no.
Ma passi anche questo.
Passino anche i ricettari che non hai lasciato in buca, in fin dei conti li hai messi solo con un giorno o due di ritardo.
Diamo il via libera anche al fatto di non aver acquistato del Camembert per un corso in cui, giustamente, era prevista una corona di pane... al Camembert.
Sì dai, scusiamo tutto.
Cose che capitano.
Ma se il tutto si verifica nel giro di 24h, forse, qualche domanda dovrei farmela.
No?

BRIOCHE MORBIDA alla MARMELLATA di ALBICOCCHE (2 stampi)

500g farina Manitoba
15g lievito fresco
85g zucchero
100g burro
2 uova
1 tuorlo
150-170g acqua
1 pizzico di sale
1 punta di coltello di semi di vaniglia
qb scorza d'arancia
100g zucchero
50g farina di mandorle
qb zucchero al velo
ev. zucchero a granella
qb marmellata di albicocche
  • In una ciotola (o nell'impastatrice) lavorare la farina con il lievito sbriciolato, lo zucchero, il burro morbido, le uova e il tuorlo, il pizzico di sale, la scorza, i semi di vaniglia e metà dell'acqua circa. Una volta ottenuto un impasto relativamente omogeneo aggiungere a filo l'acuqa restante fino ad ottenere un composto liscio e abbastanza appiccicoso. Far lievitare per un'ora, anche due
  • Sgonfiare l'impasto ripiegandolo su se stesso. Dividerlo in due e formare due filoni. Posizionarli nei rispettivi stampi da cake e lasciar raddoppiare di volume (45 minuti circa)
  • In una ciotola lavorare la farina di mandorle con lo zucchero con acqua a sufficienza per ottenere una massa liquida ma ancora relativamente densa. Coprire i cake e spolverare con zucchero al velo
  • Infornare a 200-220°C per 25-30 minuti o fino a quando non risulteranno dorate
  • Riempire un sac à poche (munito di bocchetta fine) con la marmellata alle albicocche e siringare all'interno dei cake ancora caldi "qua e là". Lasciar raffreddare e gustare da freddi




NOTE:
Si può evitare di mettere la marmellata. Sulla glassa aggiungere della granella di zucchero o delle mandorle. Eventualmente spennellare solo con un tuorlo allungato con un goccio di acqua o latte






Pateticamente amore

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La prima volta che sei entrato nella mia vita ero follemente innamorata di te. Un po' come le ragazzine oggi si invaghiscono di Justin Bieber.
Esatto, vaglielo a dire a una di loro che poi diventerà sua moglie.
Mi era passata però, tranquillo, che all'epoca avevo poi solo 10 anni e all'alba dei 12 secondo me eri già un ricordo. Probabilmente sarai stato spodestato da qualche attorucolo di serie per ragazzini, che i cantanti a me non sono mai interessati troppo.
Durante gli studi penso di non averti nemmeno mai guardato in televisione e, ammetto, quelle rare volte ho persino pensato tu fossi un po' sbruffone, con quella "S" un po' mal pronunciata (che oggi mi fa impazzire). Ma penso fosse più una presa di posizione, di quelle che vuoi fare quella superiore.
La prima volta che ci siamo rivisti dal vero io ero dietro un bancone e fare la barista e mi divertivo come una pazza, tu mi hai rubato la macchina fotografica e hai scattato foto a raffica a quelli che, oggi, sono anche i miei amici. Io me ne sono accorta solo qualche giorno dopo, trovando foto di sconosciuti sul mio computer.
Ho capito solo qualche anno fa che eri stato tu a scattarle.
Un anno dopo, durante una cena, ti ho rivisto e ho fatto quella che "Ah ma va? Lavoravi in tele?" Sempre per darmi un tono, con mia mamma dietro che gridava "Ma daaaai che avevi i suoi poster in camera" facendomi fare, probabilmente, una delle peggiori figure della mia vita.
Che poi, diciamocelo, non sono nemmeno mai esistiti i tuoi poster.
Ad ogni modo, quella sera "out of the blue" come direbbero gli inglesi, senza nemmeno pensarci, così per scherzare mentre i nostri papà parlavano ti ho detto "Tranquillo, stanno organizzando il nostro matrimonio".
Ed effettivamente così é stato, 4 anni dopo.
Ne sono successe di cose in quattro anni, non é stato nemmeno sempre facile. Sono stati quattro anni intensi, fatti di decisioni importanti, alcune dolorose, altre felici.
Ma quando, come oggi, mi guardo indietro, vedo solo sorrisi.
Perché tu sei così.
Tu porti il sole dove vai, riesci a dare fiducia a chi non ne ha, riesci a motivare i demotivati, riesci a trasformare i sassi in oro (ok, forse sto esagerando).
Non c'é momento nella giornata in cui tu non riesca a farmi ridere, di quelle risate vere, dallo stomaco. E giuro, non é per il tuo Nasone :-)
Hai saputo spronarmi fino a diventare la donna che sono oggi, standomi al fianco e consigliandomi, da lontano, per farmi fare gli errori che era giusto fare ma sempre pronto a consolarmi.
Non so cosa io abbia fatto per meritare un marito meraviglioso come te, ma mi auguro di tutto cuore che questa magia possa durare per sempre, come nelle fiabe.
Perché, ricorda, senza te, io non sarei più me.

PANCAKE di RICOTTA al CIOCCOLATO (4-5 pancake piccoli)

1 uovo
1 cucchiaio di ricotta
40g farina
1 cucchiaio cacao in polvere
1 punta di coltello di lievito chimico
1 punta di coltello semi di vaniglia
1 cucchiaino zucchero di canna
burro (per imburrare)
qb yoghurt & frutta a piacere
  • In una ciotola lavorare la ricotta con l'uovo. Aggiungere la farina, il lievito, lo zucchero, la vaniglia, il cacao e mescolare per ottenere una massa liscia senza grumi
  • Spennellare una padella antiaderente con del burro (poco), con un cucchiaio formare i pancake e lasciarli cuocere per una 30ina di secondi circa o fino a quando non formeranno delle bolle sulla superficie. Con l'aiuto di una paletta girarli e lasciar cuocere per altri 15-30 secondi o fino a quando risulteranno cotti. Ripetere fino a terminare la massa
  • Servire i pancake a "torretta" tiepidi, aggiungere in cima un cucchiaio di yoghurt e dei lamponi freschi (o altra frutta)



Video Ricetta:




Tornare bambini

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Ci sono profumi che ci fanno tornare bambini in un attimo.
Quello dei biscotti di Natale, ad esempio. Mia mamma ricordo che ne faceva in quantità industriali, quelle scatole di latta sparpagliate ovunque piene di biscottini da rubare.
Ricordo il profumo del soffritto, che poteva essere di risotto ma anche una carne a lunga cottura.
Ma non c'era solo quello.
Ci sono delle pietanze che da grande non mangi più, tipo il pancotto. Ho avuto la pessima idea di chiederlo a mia nonna qualche anno fa. Lo ricordavo come una cosa deliziosa. Al secondo boccone, da più che ventenne, volevo morire.
La minestra di riso e prezzemolo, mai più mangiata. E forse dovrei farci un pensierino una di queste sere. Ma vogliamo parlare dei petit beurre? Oppure dei pavesini?
Vero, ancora acquistabili, ma non hanno più lo stesso gusto, lo stesso modo di mangiarli, di approcciarli.
E poi c'é lui, un pane che ha segnato l'infanzia per la sua morbidezza interna e croccantezza esterna, di una bellezza disarmante. Sembrava una giraffa, un leopardo, una tartaruga. Potevi raccontare storie e viaggiare di fantasia ed immaginazione.
A distanza di tanti anni, questo pane, ha ancora questo speciale effetto su di me :-)

PANE LEOPARDO (o Dutch Crunch) - 1 pagnotta

Pane al latte:250g farina forte
6g lievito di birra fresco
12g zucchero
15g burro morbido
160g latte tiepido
5g sale
Per la "maculatura"60g farina di riso
60g acqua
3g lievito di birra fresco
3g di olio
3g di zucchero
2g di sale
  • In una ciotola o nell'impastatrice lavorare la farina con il lievito sbriciolato, lo zucchero, il burro morbido, il latte tiepido ed il sale fino ad ottenere una massa omogenea e liscia. Coprire con un sacchetto di plastica e lasciar lievitare per 1h meglio se 2 o 3
  • Sgonfiare l'impasto e formare un filone o delle pagnotte (più o meno grandi), adagiarle su una leccarda munita di carta forno, coprire col sacchetto e lasciar lievitare fino a raddoppiamento di volume (circa 45 minuti)
  • Preparare la pastella mescolando con una forchetta la farina di riso con l'acqua, il lievito, lo zucchero, olio e sale. Coprirla con la pellicola e lasciarla riposare mentre il pane lievita

  • Spennellare il pane con la pastella in modo uniforme ed infornare in forno preriscaldato alla sua massima temperatura (250-275°C se possibile) nel quale avrete predisposto una teglia vuota o una pirofila nella quale rovesciare un bicchiere di acqua. In questo modo si creerà del vapore all'interno del forno. Cuocere 5 minuti e abbassare la temperatura a 220°C per il resto della cottura che varierà dalla dimensione del pane. Circa 15-20 minuti

  • Far raffreddare su una griglia e iniziare a fantasticare





NOTE:
Ho scelto di fare un pane al latte perché mi piace la differenza di consistenze ma volendo la "dutch crunch" si può applicare a qualsiasi altro pane.


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