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Carré d'agnello con gratin di patate - video ricetta

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Apro blogger.com.
Niente.
Inizio a scrivere qualcosa.
Niente.
Cancello qualcosa.
Niente.
Riscrivo qualche riga.
Niente.
Faccio un giro su FB.
Niente.
Faccio un giro più generico sul web, dai risultati calcistici alle notizie di cronaca.
Niente.
Mi alzo e bevo un caffè.
Niente.
Sono passati 32 minuti e?
Niente.

Gna posso fa.

Però, vi lascio con questa video-ricetta che secondo me é uno spettacolo. Non tanto per quel che faccio che é certamente discutibile, quanto per il risultato assicurato e la bontà pura della carne.
Insomma, forse gna fo!


Mondial...mente buono!

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Durante le olimpiadi invernali tutti ci appassioniamo al curling (per poi dimenticarlo qualche mese dopo), tifiamo i nostri campioni sulle nevi e ci dilettiamo nei commenti sullo sci di fondo.
Durante quelle estive, invece, non riusciamo a chiudere la bocca davanti agli sprint di Bolt o ci teniamo a precisare che il lancio del giavellotto non é poi così male.
Non parliamo poi del tennis! Dall'Australia all'Inghilterra, dall'erba alla terra (e dai che faccio pure le rime) sempre a tifare il nostro Roger (o chi per esso). Improvvisamente ci incolliamo davanti al televisore per ore gridando ad ogni ACE (ma non era un succo?) senza poi capirci molto.
E poi be', vogliamo parlare del calcio?
Durante 3 anni e 11 mesi nemmeno ci ricordiamo di quello sport che, anzi, ci rovina i piani domenicali. Che poi dico, ogni domenica alle 15? Per non parlare delle nuove date che vedono protagonisti anche venerdì, sabato e lunedì e nei periodi pure il martedì con la champions. Che se per disgrazia vuoi guardarti Grey's Anatomy devi prima fare i conti con Buffon e Behrami.
Poi però.
Sarà l'amore per la patria, la sindrome da gregge, le costine e la birra come aperitivo, le serate in compagnia, la beffa tra squadre rivali o semplicemente il gioco del calciatore (*); tutti, ma dico proprio tutti, diventano tifosi.
Oh no.
Sbaglio.
Non tifosi.
Diventiamo allenatori, supporter, famigliari, amici, sostenitori, intenditori, specialisti, calciatori e anche massaggiatori dei nostri idoli che, durante il periodo "non mondiale", non sappiamo manco dove giocano (se scuoti la testa pensando che non ho ragione dimmi dove gioca Michael Lang (**)).
Dal bar al supermercato non si parla d'altro. Le amiche che prima parlavano solo di smalti fluo e odio per la palestra ora si ritrovano a guardare interessate le partite più disparate (vedi come sopra *).
Nascono anche delle buone rivalità e delle rivalità invece meno buone ma ormai, tutto fa parte del gioco. E tra una sconfitta e una vittoria, pare che la Svizzera sia riuscita ad entrare negli ottavi e quindi quale miglior ricetta se non questo pane tipicamente nostro?

E forza, lasciatemelo dire, Hopp Schwiiiz!

PANE SCHWIZZERO (1 pagnotta)

500g farina bigia (o parte integrale o rustica)
16g lievito fresco
1 pizzico di zucchero
380g acqua tiepida
10g sale
QB semi di girasole, lino, zucca o altro (opzionale)
  • In una ciotola (o nell'impastatrice) lavorare la farina con il lievito sbriciolato, lo zucchero, l'acqua, il sale e i semi misti fino ad ottenere una massa omogenea. Se vi sembra che l'impasto sia umido non preoccupatevi, essendo una farina integrale assorbe molta più acqua e una massa più umida renderà il pane migliore. Far lievitare in una ciotola coperta da un sacchetto di plastica per almeno 1h (o fino a quando sarà raddoppiato il volume)
  • Riprendere la massa lievitata e sgonfiarla sulla spianatoia, dare qualche piega per dar forza all'impasto e metterla su di una teglia coperta da carta forno a lievitare per altri 30 minuti coperta
  • Spolverare la superficie del pane con della farina bianca e praticare delle incisioni con un coltellino a sega. Infornare in forno caldo a 230°C, nebulizzare dell'acqua all'interno del forno, e cuocere per 5 minuti. Abbassare la temperatura a 180° e continuare la cottura per altri 30 minuti. Se il pane risultasse troppo pallido nebulizzare altra acqua verso fine cottura
  • Il pane é cotto quando bussando sotto risulta un suono vuoto. Far raffreddare su una griglia e gustare con un pezzo di formaggio o di carnesecca :-)





NOTA:
Questo pane solitamente non ha all'interno dei semi ed é fatto solo di farina bigia ma le varianti con semi e mix farine (nella foto parte farina integrale) lo rendono interessante. Ovviamente con l'aggiunta della farina integrale risulta più compatto che non di solo farina bigia.

(*) il gioco del calciatore non é idea mia ma l'ho sentita da alcune ragazze che vengono ai miei corsi e l'ho trovata geniale. Mentre gli uomini controllano i fuori gioco, loro controllano i giocatori più appetibili facendo così un torneo di bellezza. Chi vincerà tra Yann Sommer, Olivier Giroud e Hulk?

(**) A te che non lo sai, il nostro Micheal Lang gioca nel Grasshopper

WELCOME!

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Caro Nonsonostatoio,

se soltanto sapessi quanto ci sei mancato in questi mesi.
Quante volte ho guardato in direzione della tua cuccia rattristandomi non vedendoti, quante volte ho rischiato di comprare i biscottini al supermercato e quante altre mi sono sentita in colpa andando direttamente fuori a cena scordandomi che a casa, tanto, tu non c'eri più.
Io e Lui per settimane non siamo riusciti a stare a casa, ogni scusa era buona per uscire, fare una passeggiata o semplicemente scappare da quella che era la nostra vita assieme.
Il tempo, si sa, guarisce tutto ma la mancanza di un super-cane come te si faceva sentire sempre più.
E quindi, mio caro amico, tra qualche settimana arriverà ZAC.
Al momento credo che farà più danni di te, morsicherà scarpe nuove, distruggerà tappeti e mi obbligherà a fare passeggiate chilometriche. Dovremo abituarci al suo carattere, a giocare nuovamente con un cucciolo e ad aprire il cuore nuovamente ad un pelosetto.
Ma sono sicura che sotto la tua guida potrà diventare un Nonsonostatoio Junior di tutto rispetto.


Una cosa però te la prometto, per lui niente pannecotte, solo questi biscottini che tu manco avresti guardato :-)

BISCOTTINI PER CANI (50ina pezzi)

1 omogeneizzato per bambini alla carne
1 uovo
2 cucchiai di quark magro
2 cucchiai di olio d'oliva
qb semi di lino
qb cereali misti
qb farina
  • In una ciotola lavorare con un cucchiaio gli ingredienti aggiungendo a piacere i semi di lino, i cerali e la farina. Aggiungere piano piano così da verificare man mano la consistenza. Idealmente dovreste ottenere un composto simile a quello della pasta frolla
  • Stendere la pasta su un po' di farina a circa 1cm di spessore e con l'aiuto di un tagliabiscotti ricavare delle forme. Posizionarle sulla carta forno e cuocere in forno a 180-200°C aria calda per 15 minuti circa o fino a quando il fondo non sarà dorato
  • Far raffreddare e dare al nostro amico a 4 zampe come stuzzichino








Summer Time

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Ci ho creduto. Ad un certo punto anche sperato. 
In cuor mio lo sapevo che non potevi "tirare il pacco".
Mentre tutti si rifacevano a spezzatini e polenta, minestroni o brasati io continuavo imperterrita.
"Mi dia dei cuori di bue, li faccio in insalata con il basilico" malgrado i 17°C.
"Amore stasera vitello tonnato?"
"Che bello grigliate, anche se c'é qualche goccia d'acqua"
Niente poteva distogliermi dall'idea che comunque fosse estate.
Non ho ceduto nemmeno alla copertina sul divano, al tè caldo causato dal raffreddore o alle scarpe chiuse.
Ci ho creduto.
Poi però, all'alba del 3 agosto, ancora niente sole, abbronzatura mozzarella peggio che a febbraio, candela al naso causata dalla testardaggine estiva ci rinuncio pure io.
Al supermercato rinuncio alla cicoria per dei cavoli, boicotto i pomodori per delle patate e al posto dello scamone di vitello per il tonnato compro un pacco di saraceno per fare i pizzoccheri.
Se autunno deve essere, che autunno sia.
Immancabilmente oggi splende il sole così come per il resto della settimana.
Cara Estate, che fai, mi prendi in giro?

DETOX!

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L'estate, si sa, tramuta qualsiasi occasione inutile in una festa. Che ve lo dico, altro che Natale e Capodanno. La sensazione da pelle bruciata, sole cocente e Spritz rendono qualsiasi momento speciale.
Che quest'anno la canicola proprio non si sia fatta vedere per lasciare spazio a piogge torrenziali e venti gelidi é un dato di fatto. Ma, credetemi, siamo comunque riusciti a goderci queste serate estive.
Cene da amici, aperitivi in centro, grigliate spettacolari sotto l'acqua, gelati.
Inutile dire che, a furia di follie alimentari, i nostri corpi hanno iniziato a risentirne.
"Dovremmo fare qualcosa, stiamo esagerando" dice Lui ingozzando la quinta porzione di sushi
"Mhm"
"No davvero, così non va. Dovremmo fare quelle settimane detox, quella di gennaio, hai in mente?"
"(infastidita) Mhm"

Il giorno dopo ci alziamo presto e colgo la palla al balzo per proporre una corsetta. Quella cosa odiosa che ho sempre criticato (invidiosa?) dove Lei & Lui si sfasciano di sport dalla mattina alla sera. Bellissima se sei sportivo, se sei un fanatico della tavola al posto di correre sotto la stecca del sole preferisci cucinare manicaretti estivi.
Ad ogni modo.
Andiamo a correre e ci divertiamo pure.
Al rientro una bella centrifuga di frutta (fatta con l'estrattore, provatelo!), doccia e via al lavoro.
"Hai pranzato?"
"Sì, risotto e ossi buchi" mi risponde
"O.o"
"Ma stasera restiamo leggeri, solo un'insalata"
Alle 16.30 mi aveva già chiamata due volte per chiedermi se il gelato fosse parte della dieta detox (no) e se per cena non si poteva aggiungere qualcosa tipo del pollo o del formaggio (sni).
Alle 18.00 mi ha spedita a comprare delle costine.
Alle 19.30 sorseggiava la sua Heineken grigliando beato.
Alle 20.00 stavamo mangiando costine, patate e insalata verde.

Primo giorno di detox?
Tutto bene.

Welcome Home Zaccaria!

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È un po' come quando ti innamori follemente e poi vieni lasciato.
"Non amerò mai più".
Quella paura di soffrire mista a quella di riuscire ad amare qualcuno di nuovo.
Quell'istinto che ti rende, o ti fa credere di essere, freddo e distaccato. In pieno controllo.
Quando Mr Geido se n'é andato ho temuto che non avrei mai più amato un cane come ho amato lui. Che quello che abbiamo passato insieme sarebbe stato insormontabile da chiunque l'avrebbe, forse, seguito.
Un ragionamento sciocco, magari incomprensibile.
Poi però arrivano quegli occhietti neri. Una pallottola di pelo bianco. Una codina sempre scodinzolante e una panza che farebbe invidia a Maurizio Costanzo. Dei dentini a rasoio e una vitalità che solo un cucciolo può avere.
È entrato a far parte della nostra vita da 24h ma ne sono già completamente innamorata.
Benvenuto ZAC!

 

ZACcentrica

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Due idioti.
E pure rincoglioniti.
Molto, ma molto rincoglioniti.
Che i genitori bambinocentrici, quelli che parlano solo di pappette, ore di sonno, asili nidi, verso del coccodrillo e capacità canore non sono nulla.
Quelli che quando non sei genitore dici "io mai" e al primo calcetto impercettibile nella pancia (e forse pure psicosomatico) scrivono 8 post su Facebook, 4 foto su Instagram e chiamano la rubrica intera (lo farò, statene certi).
"Ci vuole polso, devi promettermi che non passerai ogni minuto a coccolarlo" mi dice Lui prima di scendere dall'auto e andare a prendere il nostro piccolo Zac.
L'anello debole sono io, secondo Lui. Quella che striscerà per terra facendosi mordicchiare da una palla di pelo.
Poi però.
Arriviamo a casa e Lui é già per terra in fase di adorazione, corre dietro alla palla e lo incitiamo manco fosse Bolt. Esce, fa i suoi bisogni e intoniamo una ola di "braaaavoooo cuccioloooo bravissimoooo amooooreeeee zaaaaac". Mangia e osserviamo che mangi bene. Dorme e lo riempiamo di foto che inviamo esponenzialmente alla rubrica. Per non parlare dei social!
Che dire.
Due idioti.
E pure rincoglioniti.
Molto, ma molto rincoglioniti!

Ah, ve l'ho già detto che Zac sta già seduto da solo? ahahah :-))




Chi é l'amore della mia vita?

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Mi manca.
Molto.
Non tanto quello che é stata negli ultimi anni, una donna privata di tutto vista la sua età e le sue debolezze.
Mi manca quello che é stata per me, nella vita.
Lei che dal giorno che ho aperto gli occhi é stata presente, troppo soggettiva nei miei confronti, troppo innamorata, troppo imparziale. Troppo buona.
Troppo tutto in realtà.
Ricordo le merende con lei, dopo l'asilo. Ricordo anche quelle dopo le scuole, i pranzi il sabato e la domenica, le passeggiate.
Ricordo i pacchetti che mi preparava per quando andavo in vacanza, pieni di cioccolato (che immancabilmente si squagliava) e di caramelle. Come se dove stavamo andando non ci sarebbe stato niente di dolce.
Ricordo i giochi, i puzzles, le storie. L'addormentarmi con lei che diceva il rosario e mi faceva fare il segno della croce con la "manina buona".
Ricordo la spesa, io e Lei, con un carrello che si riempiva di ogni sorta di gioco e con la stessa velocità si svuotava.
Ricordo come mi pettinava i capelli, con quella pazienza esagerata districando nodo dopo nodo.
Ricordo quando mi aspettava fuori da scuola, quando arrivava a casa, felice. Ricordo quegli occhietti azzurri e pieni d'amore, quel naso a patata che temeva avrei avuto anch'io. Quelle mani morbide con la fede nuziale troppo stretta. I suoi grembiuli estivi e il suo cappotto nero invernale. Ricordo il suo profumo, la sua dolcezza e i suoi modi di fare.
Non so come sia possibile ma ricordo poco di quel che c'é stato dopo, della sofferenza e della perdita di indipendenza ho preferito rimuovere tutto.
Ricordo però il dolore provato a Parigi, mentre con Lui ci godevamo una vacanza lampo.
"La nonna non c'é più".
È passato quasi un anno e non c'é giorno che non ricordi quello che abbiamo fatto assieme, come il gatto e la volpe. Che ripensi ai nostri momenti, alle nostre cose. E più scrivo più potrei scriverne.
Mi manca, ma so che adesso é più serena e da lassù mi protegge giorno dopo giorno intonando il nostro motto "Chi é l'amore della mia vita?" e picchiettando il dito su se stessi.

Questa ricetta l'avevo fatta come "tributo" nei suoi confronti. Da bambini li comprava sempre e ancora oggi non riesco a pensare ad un bombolone senza ricordare anche Lei.


BOMBOLONI - BERLINER (10-15 pezzi)

250g farina
20g lievito fresco
35g zucchero
100g latte tiepido
20g burro morbido
1 presa di sale
2 tuorli
qb olio per friggere
qb marmellata o crema pasticciera
  • In una ciotola (o nell'impastatrice) lavorare la farina con il lievito sbriciolato, lo zucchero, il latte, il burro, il sale e i tuorli fino a quando non otterrete un composto omogeneo. Lasciar lievitare per 30 minuti circa
  • Sgonfiare l'impasto e dividerlo in palline da 3-4cm l'una. Far lievitare nuovamente fino a raddoppiamento
  • Scaldare l'olio a 160°C, friggere le palline poche alla volta (circa 20 secondi per lato). Sgocciolarle, passarle nello zucchero e far raffreddare su una griglia
  • Farcire i bomboloni con la marmellata, crema pasticciera o, perché no, del cioccolato



Dipendenza

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Che se me l'avessero chiesto avrei risposto "Mai".
Dopo anni di critiche a quelle mamme troppo mamme, attaccate ai figli e premurose all'esagerazione. Quelle che prima di uscire si portano 5 magliette in caso:
1. Si sporchino
2. Cambi il tempo
3. Si bagnino
4. Non sia più tono su tono col pantalone (cambiato anch'esso)
5. Potrebbe sempre aggiungersi un punto cinque
Non contente hanno anche una scorta viveri che manco la Oasis of the seas prima di salpare in piena stagione. La merendina, la fruttina, lo yoghurtino, il biscottino.
E guai a te se provi a togliere la desinenza "ina", non avrebbe lo stesso effetto.
Lasciamo perdere la borsa giochi, sia mai che si annoi in giro. Che poi diciamocelo, ad oggi basta possedere un marchingegno elettronico, tipo di quelli che dovrebbero servire solo a telefonare ma fanno anche il bucato.
Ecco.
Io non le ho mai sopportate tanto. Per carità, ognuno faccia il suo, ma tutta questa ossessione, questa preparazione atletica stile pre-olimpionica.
Troppo.
Eppure.
Sarà quel pelo morbido e bianco (a tratti anche nero), quegli occhioni neri e furbi, quel musetto sempre più lungo e quella testa un po' a uovo.
Ma ormai sono spacciata.
In borsa ho sempre un contenitore con la pappa, sia mai che non rientriamo a casa per tempo. Ho anche tre qualità, ripeto TRE qualità, di biscotti a dipendenza dell'occasione. Senza contare l'osso lungo, l'osso tozzo e l'osso duro. Ho una bottiglietta di Evian contenente acqua fresca nel caso non trovassi né una fontana né un rubinetto (si sa, nel 2014 é impresa ardua). Nella cuccia mai meno di 4 giochi, sia mai che si annoi durante il tragitto Magliaso - Bellinzona. Due asciugamani sempre lindi e profumati più uno all'occorrenza nel caso decida di farsi dei bagni di fango.
Fortunatamente non sono ancora arrivata al punto di farlo giocare con l'iPad ma spesso guardiamo assieme filmati di altri cuccioli o di gatti rognosi.
Che dire, mai dire mai!

Questa ricetta richiede un po' di impegno ma una volta fatta avrete una merendINA perfetta per i vostri bimbi :-)


400g farina 00
130g burro
90g zucchero
15g lievito fresco
3 tuorli
3 cucchiai di miele millefiori
1 pizzico di vaniglia
qb zucchero in granella
1 albume
1 pizzico di sale
  • Preparare il lievitino facendo sciogliere il lievito sbriciolato in mezzo bicchiere di acqua tiepida. Aggiungere un cucchiaino di zucchero e la farina necessaria per formare una massa compatta (io ho dovuto aggiungere 200g di farina). Mettere in un contenitore e lasciar attivare in un luogo tiepido per 30-40 minuti

  • Nell'impastatrice unire la restante farina (nel mio caso 200g), il burro freddo a tocchetti, lo zucchero, i tuorli, un pizzico di sale e la vaniglia. Unire anche il lievitino che ormai sarà quasi quadruplicato di volume e impastare per 10 minuti. Il composto dovrà risultare liscio e non appiccicoso e nella ciotola dell'impastatrice dovreste sentire un TAC TAC dato dalla pasta che picchia sui bordi. Mettere in una ciotola, coprire con un sacchetto di plastica e lasciare lievitare per 2h circa o fino a raddoppiamento di volume

  • Sgonfiare la pasta e ripiegarla su se stessa aiutandosi eventualmente con una spatola. Metterla nelle apposite forme di cartone (tipo quella del panettone per intenderci) o in una metallica precedentemente imburrata ed infarinata (la mia era troppo bassa ma non avevo di meglio). Coprire e lasciar lievitare per un'altra mezz'ora
  • Scaldare il forno a 180-200°C. Sbattere l'albume e spennellare delicatamente la superficie della veneziana. Cospargere di zucchero in granella e cuocere per 25-30 minuti
  • Sfornare e lasciar raffreddare sformata su una griglia



 

 ... Ovviamente la ricetta sotto stretta sorveglianza del regista di casa...


NOTE:
Ho voluto fare una forma grande malgrado non avessi quella più adatta ma la prossima volta vorrò fare delle mini veneziane magari utilizzando gli stampi da muffin come base. A quel punto la cottura sarà minore. Il risultato era comunque ottimo!
Non da ultimo! Ho scattato le foto quando la veneziana era ancora calda per questioni di tempo & luce. Per quello si ha l'impressione in alcune foto che sia più schiacciata la grana all'interno del dolce.

Sindrome da pagina bianca

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Niente.
In questo periodo sono letteralmente sciupata.
Ci provo e riprovo. Scrivo e cancello.
Forse i temi che mi vengono in mente non sono abbastanza forti o semplicemente le mie mani troppo lente per decifrare quello che la testa vorrebbe scrivere.
Morale: non esce niente.
Un magma di parole inutili su una pagina bianca. Segnetti neri che si formano veloci e si cancellano ancora più velocemente. 
Sembra la danza del pinguino per la penna: uno avanti e tre indietro.
Pare che passi, pare che poi uno si sblocchi. 
Pare che poi ce la potrò fare ancora, che dalla sindrome da pagina bianca si guarisce abbastanza in fretta.
Speriamo!

CAKE ALLE ARANCE

150g burro morbido
160g zucchero greggio (o bianco)
250g yogurt naturale
3 uova
1 presa di sale
2 arance
2 cucchiaini di lievito in polvere
380g farina
1 cucchiaino di miele
  • Con le fruste lavorare lo zucchero e il burro fino a formare le creste. Aggiungere lo yogurt, le uova, il pizzico di sale e la scorza delle arance. Aggiungere anche la farina con il lievito. Lavorare la massa così da creare una buona elasticità, tipica dei cake
  • Versare l'impasto in uno stampo da cake precedentemente foderato con carta forno e cuocere a 180°C (forno preriscaldato) per 50-60 minuti. Per verificare la cottura fare la prova con lo stuzzicadente: se esce pulito é cotto! Sfornare e far intiepidire nello stampo per una decina di minuti
  • Versare sul cake il succo delle due arance con il cucchiaino di miele, lasciar penetrare e far raffreddare su una griglia

Riflessioni

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Diciamocelo: uno deve essere il maggior critico di se stesso.
E già qui, mica semplice.
Soprattutto se siamo gli unici a poter controllare determinati difetti. Per questo sto apportando delle modifiche nel mio sistema operativo.
O meglio, molte modifiche.

1. Fisionomia
C'é chi ci nasce e chi (spero) lo diventa. Inutile dire che faccio parte del secondo (speranzoso) gruppo. Se incontro una persona e la rivedo dopo 10 minuti sono capace di ripresentarmi come se nulla fosse e con una certa gioia genuina. Esatto, come se fosse la prima volta. Durante le serate di corso riesco a stringere la mano dicendo "benvenuta, sono Eleonora" anche a ragazze che sono già state da me più di una volta. Una bella accoglienza vero?
Poi però, beffa delle beffe, riesco a ricordare che la tizia bionda all'interno del MOMA é la stessa che era in fila davanti a me ai bagni di Malpensa. Esatto: utilissimo.
Il mio proposito? Migliorare. L'unica strada che riesco a percorrere é quella di trovare un dettaglio per ogni persona, associarlo al nome e fissarlo nella mente.
Se ci sto riuscendo? Temo di no

2. Toni Alti
Vengo chiamata come un nokia 3210 da Lui ormai da tempo. La cosiddetta suoneria toni alti é stata creata probabilmente dopo che qualcuno mi ha sentita parlare. Una voce da cornacchia, avete in mente? Di quelle che vorresti dormire la domenica mattina e craaa craaaa craaaaa fuori dal balcone. Esatto. Persino una logopedista mi ha consigliato di lavorarci sopra, lei, gentilmente, diceva di farlo per le mie corde vocali. Io temo fosse per i suoi timpani.
Il mio proposito? Tenere un tono di voce basso e pacato, di quelli da maestra d'asilo mentre legge la fiaba per intenderci.
Se ci sto riuscendo? Per i primi 10 monosillabi si, poi cado nel mio solito tunnel

3. Ordine
Vorrei, ve lo giuro. Vorrei.
Vorrei una di quelle case perfette ed immacolate, una di quelle che anche se piombi all'improvviso c'é l'asciugamano in bagno perfettamente riposto, la cucina non ha uno spillo fuori posto, i cuscini sono belli gonfi, il divano senza una piega, gli oggetti sparsi per casa sono design e mai lasciati al caso. Vorrei che fosse tutto perfetto, soprattuto prima di cene e simili. Vorrei anche poter smettere di dire "ehhhh ma quella casa non é vissuta" che é una banale scusa di chi, come me, 'gna fa proprio ad avere una casa da copertina.
Il mio proposito? Tutto quello che tiro fuori lo rimetto a posto, persino il mestolo mentre faccio una vellutata (così ne sporco 8).
Se ci sto riuscendo? Prossima domanda?

Ora, mi sto rendendo conto che questa messa a nudo simil psicoanalisi che sto facendo su me stessa pubblicamente potrebbe diventare nociva. O anche positiva. C'é chi dice di mettersi a dieta sul web così un plotone di sostenitori evitano ricadute su nutella o simili.
Ma comunque.
Diciamo che partiamo da questi tre punti e ci lavoriamo sopra, che come inizio già non é male.

Finché la barca va...

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Un periodo intenso, di quelli fatti da tanto stress e poco riposo.
Quelli in cui sono più le ore passate in piedi che non quelle in panciolle.
Quei periodi dove la testa continua a gironzolare tra le cose da fare e quelle che, tragedia, potresti dimenticare.
Periodi dove ci si mette alla prova, dove si pensa di non potercela fare più ma poi magicamente arriva un "kit di vita" stile Tomb Raider. E allora avanzi ancora.
Un periodo felice, fatto di tante soddisfazioni e fatica ripagata.
Uno di quelli che vorresti non finissero mai.

Questa ricetta l'avevo già fatta quest'estate poi non avendo una reflex alla mano e scattando soltanto due foto veloci con il telefono non l'ho mai pubblicata. Ma visto che su FB é stata apprezzata ecco qui che ho rispolverato la ricetta.

LE BISCUIT SALE (25-30 crackers)

200g farina
1/2 cucchiaino di sale
4 cucchiai di olio vegetale (o oliva)
4 cucchiai di acqua
qb fleur de sel
  • In una ciotola lavorare la farina con il sale, aggiungere l'olio e l'acqua, fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Se necessario aggiungere ancora un goccio di acqua e lavorare fino ad ottenere una massa morbida
  • Stendere l'impasto in un rettangolo a uno spessore di 4-5mm, piegarlo in due e girare di un quarto in senso orario. Piegare nuovamente a metà. Stenderla nuovamente a 3mm di spessore e tagliare dei rettangoli (eventualmente si possono tagliare gli angoli per dare un'idea da TUC). Bucherellare con una forchetta per lasciare i segni dei buchi, spennellare con dell'acqua e spolverare con il fleur de sel
  • Infornare a 180° (preriscaldato) per 15 minuti circa. Far raffreddare su una griglia




NOTA:
Nella foto io ho farcito con una crema alla robiola di capra, olio e pepe. Una fettina di carnesecca e delle foglioline di timo. Ma sono ottimi da soli come con altri dip a piacere.
La ricetta l'ho  presa da questo libro che avevo acquistato a Parigi l'inverno scorso: uno spettacolo! :-)

Masterchef

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Cucinare per uno chef stellato non é come dirlo.
E non sto parlando di Masterchef, parlo di una cena vera. Completa.
Una di quelle serate dove tu sei sola in cucina e fuori, seduto ad un tavolo con altre nove persone, c'é uno che ha 3-4 ristoranti in giro per l'Italia, passa più tempo in televisione che non sul divano e ha le stelle simili a quelle dell'Orsa maggiore.
Vuoi che non ti tremino le gambe?
Per carità, poi subentra quella cosa tipo "tanto comunque che speranze hai", che mica la vita é un film Disney dove il brutto anatroccolo poi diventa la strappona della scuola. Eh no.
Mica mi vede cucinare e mi dice "ti prego prendi il mio posto sei così dotata che manco Gualtiero Marchesi". Che per carità, diciamocela tutta senza suonare polemici.
Io in cucina ero da sola. Loro hanno una brigade e vi assicuro che né Lui né Zac possono essere considerati tale.
Forse Zac sì quando cerca di rubare delle cose in cucina?
Ad ogni modo.
La cosa veramente bella é mettersi in gioco, il sapere di non aver nulla da perdere se non quella di non fare una figura pessima. Poter avere un parere senza che nessuno ti dica "per me é no, sei fuori".
Uscire, salutare come se fossi veramente una di quelli veri.
"Buonasera, tutto bene?"
E venire coperti da un applauso che, secondo me, era più un ringraziamento per essere riuscita ad arrivare a fine serata senza chiedere fotografie o svenire per troppa agitazione.
Ma che importa?

BACI DI DAMA AL CAFFÈ
125g burro morbido
60g zucchero al velo
1 punta di coltello di semi di vaniglia
90g farina
45g farina di riso
30g cacao amaro in polvere
55g mandorle macinate
250g mascarpone
1 espresso (tazzina da caffè)
2 cucchiai di zucchero
  • Lavorare con le fruste (o nella planetaria) il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto che fa le creste. Aggiungere le farine, la vaniglia, il cacao e le mandorle e amalgamare fino ad ottenere un composto morbido
  • Formare delle palline da 2-3cm di diametro, schiacciarle leggermente e adagiarle sulla placca da forno foderata. Infornare a 170°C (preriscaldato) per 10 minuti circa. Far intiepidire su una griglia
  • Nel frattempo lavorare il mascarpone con lo zucchero e il caffè a proprio piacere per ottenere una massa liscia e omogenea. Mettere in una sac à poche con bocchetta a stella, riservare in frigorifero
  • Farcire i baci di dama unendo due metà con la farcia al mascarpone. Servire quanto prima





NOTA:
Avrei dovuto fare la foto il giorno stesso ma 1. pioveva 2. avevo ben altre preoccupazioni come già descritto sopra. Il giorno dopo sono rimasti solo tre esemplari e la crema essendo stata fuori non era più così liscia, tenetela in frigo!
I biscotti non farciti si conservano in una scatola di latta per 1-2 settimane.
Al posto del caffè unire una marmellata di castagne o dei lamponi.
Questa ricetta l'ho presa dal libro BISCOTTI di Luxury Books. 

Profumi & Ricordi

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Credo che i miei ricordi più belli siano tutti (o quasi) legati ad un profumo.
Può variare da quello della crema per le mani a quello dello shampoo. Oppure anche l'odore di cantina o di soffitta. Il profumo del bucato.
Ognuno di essi viene collegato ad un ricordo o a una persona. Così, magicamente.
Ancora ricordo il profumo della portinaia del palazzo di mia nonna, se dovessero bendarmi darei grandi soddisfazione ai cani da pista trovando subito la mia "preda".
Ricordo che da bambina facevo il gioco dei profumi arrivando a casa, immaginando cosa avesse preparato mia mamma per pranzo (inutile aggiungere che erano più le volte in cui fallivo).
C'era un profumo però che non sbagliavo mai: la torta della nonna.
Una torta semplice, iper conosciuta e persino "svalutata" per certi versi. Una torta che io immaginavo solo sua.
Quella torta che assieme preparavamo, quella per cui avrei fatto carte false.
Quella che lasciava abbondante sul fondo della ciotola per farmela leccare con le dita.
Quella che a volte usciva bruciata perché ce la dimenticavamo.
Quella che sapeva rendere le giornate uggiose, soleggiate.
Quella che ancora oggi, a distanza di anni dall'ultima preparata assieme, mi riporta dritta dritta in quella cucinina, con un frullatore vecchio e qualche battibecco sulla frutta da mettere.
Quella torta che, per te, mette in ginocchio anche il miglior pasticciere di Francia.
Quel sapore di amore che resta indelebile, quel ricordo nitido che speri non svanisca mai.

TORTA DELLA NONNA LUCIA (7 VASETTI)


1 vasetto di yogurt bianco (il mio 180g)
3 vasetti di farina
2 vasetti di zucchero (scarsi, anche 1,5 va bene)
1 vasetto di olio di semi
3 uova
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
qb semi di vaniglia
qb frutta (mele, pere, banane, kiwi,..)
  • In una ciotola lavorare con le fruste elettriche le uova con lo yogurt, lo zucchero e la vaniglia finché tutto risulta ben amalgamato. Aggiungere la farina con il lievito e mescolare bene
  • Aggiunger e l'olio di semi a poco a poco mescolando continuamente. Unire la frutta sbucciata e tagliata a tocchetti (opzionale)
  • Riempire uno stampo da torta (circa 24cm di lato/diametro) precedentemente imburrato ed infarinato e infornare in forno già caldo a 160-170°C per 45 minuti. Fare la prova con lo stuzzicadenti per verificare la cottura
  • Far raffreddare su una griglia e cospargere di zucchero al velo



NOTE:
Non ho uno straccio di foto decente, la merenda con i nipotini ha fatto durare la torta meno del previsto e la pioggia di questi giorni ha rovinato ogni e qualsiasi motivazione fotografica.

Amicizia

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Non é che te la scegli.
Ti capita.
O meglio, nel nostro caso avremmo anche potuto evitarci. E ci abbiamo anche provato da bambine, quando, per beghe che nemmeno ricordo, ci detestavamo.
Poi però chissà per quale ragione, alchimia o caso diventa la tua persona di riferimento.
Non hai niente in comune.
Lei mora, tu bionda.
Lei brava in matematica, tu nelle lingue.
Lei neropatica, tu multicolor.
Lei introversa, tu estroversa.
Lei fissata con musiche incomprensibilmente urlanti, tu manco sai come si chiama il cantante dei Queen.
Lei con il corpo pieno di tatuaggi, tu con una "e" sulla caviglia che pensi sia già un capolavoro d'artista.
E potrei andare avanti.
Oh, per ore.
Ma preferisco racchiudere il tutto in una metafora semplicissima: io il giorno, lei la notte.
Eppure.
Amiche da sempre, inseparabili.
Nemmeno dopo anni di convivenza durante gli studi siamo riuscite a plasmare l'un l'altra, forse per il grande rispetto delle nostre personalità.
Ad ogni modo, come mio solito, mi sto dilungando in storie medievali per arrivare al nocciolo di questo mio post: la cucina.
Già.
Capisco.
Quello sguardo perso nel nulla dopo tanto farneticare.
Be', malgrado la sua grande passione per la tavola, quella per la cucina non si é mai sviluppata.
Ho ricordo di pranzi con due chicchi di riso per 4 in quanto aveva sbagliato le dosi o completamente il contrario mangiando avanzi per settimane. Ricordo paste terribili "ah, bisognava farla bollire l'acqua?" o carni bruciate. Il tutto, con la sua immancabile nonchalance.
I suoi menu molto semplici, dai cous-cous al petto di pollo con un'insalata. A volte una pasta col tonno e per le grandi occasioni le melanzane al forno.
Ma poi.
Arriva lui.
Il Bimby.
La sento cucinare gnocchi (fatti in casa!) gratinati con la besciamella oppure un risotto ai pomodorini cherry rossi e gialli. La sento trafficare in mousse al cioccolato o crostate alla frutta. Mi chiama per sapere se per il vapore é meglio il branzino o l'orata e che no, il riso in bianco le sembra troppo accessibile, preferirebbe un riso venere integrale.
Ora.
Che sia perfettamente commestibile io non lo so però, caro Bimby, tu hai fatto quello che io ho tentato di fare per anni. Tu, hai dimostrato che i miracoli esistono.
Caro Bimby, grazie.
Da oggi un po' di giorno é entrato nella notte.

CAPPUCCINO AI PISELLI

1 porro
1 patata di media grandezza
350g piselli (freschi o congelati)
15g burro
2 cucchiai di panna acida o crème fraîche
1 lime
q.b. sale
q.b. latte
  • Tagliare il porro a rondelle e rosolarlo nel burro per qualche minuto. Aggiungere le patate    Precedentemente sbucciate e tagliate a tocchetti. Coprire con l’acqua e lasciar cuocere per 5-10 minuti
  • Aggiungere i piselli e accertarsi che siano coperti dall’acqua anche loro, altrimenti aggiungere un po’ di acqua. Salare, coprire col coperchio e lasciar cuocere per altri 10 minuti o fino a quando i piselli risulteranno morbidi
  • Frullare la vellutata, aggiungere la panna acida (o la crème fraîche) a piacere. Aggiustare di sale
  • Con l’aiuto dell’apposito utensile far schiumare il latte (come per il cappuccino, per intenderci). Servire la vellutata di piselli con un cucchiaio di schiuma e il lime grattugiato




NOTE:
La vellutata di piselli si può preparare in anticipo, aggiungere la crême fraîche o la panna acida solo prima di servire, così la zuppetta si conserverà più a lungo.
Questa, ovviamente, preparata col bimby ;-))

Un giorno da zia

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1. Andare a prenderlo all'asilo
Arrivi e speri di cuore che non si metta a piangere perché si aspettava di vedere la mamma.
"Matteo la riconosci?" ghigno malefico e decisa scossa del capo "Nooo".
Bene.
Tutto bene.
Nel frattempo la maestra ti sta elencando quel che ha fatto all'asilo, quello che ha mangiato e quanto ne ha mangiato, quanto ha dormito e come ha dormito, quanto ha giocato e come ha giocato. Alla prima frase già non riesci più ad assimilare e quando le chiedi di ripetere ormai é troppo tardi, ha già chiuso la porta. Pace, racconterai qualche vaga storia alla sua mamma.
Trovare le scarpe non dovrebbe essere difficile se non fosse che il pupo in questione ne ha talmente tante che persino io ho perso il conto, fortuna vuole che alla domanda "dove sono le tue scarpe" la risposta viene spontanea "lìiiiii tiaeeeee liiiii!".
Arrivano poi alcuni dubbi: le calze antiscivolo le porto dietro o le lascio all'asilo? Il ciuccio é quello da lasciare qui o da portare dietro? Il pullover sotto la giacca te lo devo mettere malgrado la maglia con le maniche lunghe e il sole caldo?
Peccato non avere il tempo di rispondere a tutte queste domande in quanto Matteo si é già fiondato giù dalle scale.

2. In automobile
Avevo già parlato delle difficoltà negli spostamenti con un bambino. Che mica é come se fossi da solo. Eh no.
Devi legarlo e slegarlo (mi sa che la scelta del verbo legare non é la migliore) al seggiolino, con tanto di giacca perché se ti arrischi a toglierla rischi di non riuscire più a rimetterla.
Mentre guidi capitano dei "tiaaaaaa quiiiiii" o "tiaaaaaa cocoveeedeeeecoco" con te che cerchi disperatamente di capire quello che vuole dire. O addirittura dei "Matteo guarda il camion!!" che però passa troppo veloce per il pupo che, ormai, non lo vede e ci rimane male. Per cui inizi a cantare a scorciagola canzoni improbabili, ballare al volante per distrarlo. Si diverte e sei fregato. Passi il resto del tragitto a fare l'idiota sperando di non incontrare nessuno che ti conosce.

3. Mamma
Parola taboo. Per carità, con la tiaeee pare stia bene ma ogni tanto arriva la domanda.
"Mamma?"
E lì arriva un semi panico che chiaramente non devi dimostrare. Ci sono due seguiti a questa domanda, il primo ti vede vincente con una distrazione tipo "arriva tra un'oretta adesso sta lavorando" mentre il secondo é terribile e vede una cascata di lacrime intercalata da un "io mamma, iooooo maaammmaaammaaaa".
Ma la zia coraggio sa bene che la parola mamma potresti tirarla fuori anche tu nel pour parler "chissà cosa direbbe LA MAMMA", "chissà come fa LA MAMMA", "ah scriviamo ALLA MAMMA". Frasi che, appunto, cerchi di evitare, proprio per il tuo coraggio nell'affrontare le situazioni di pianto.

4. Merenda
Ora, tu lavori nell'ambito. Ti piacerebbe preparagli la merenda più sontuosa del mondo ma ahimé non hai tempo. Ti sei ritagliata qualche ora di spazio tra le pulizie e il prossimo corso, per non parlare del quadrupede peloso. Il tempo per la merenda "homemade" proprio non l'hai trovato. E no, la banana schiacciata non é considerata una "ricetta".
Mentre facciamo la spesa valuto l'idea di dargli un mandarino ma finiamo col scegliere un cornetto al burro. Che verrà poi seguito da cioccolato, semini, flûtes al formaggio e qualche caramella. Non posso dilungarmi troppo nella lista temendo che la sua mamma possa leggere e togliermi dalla lista delle "zie in affitto". [se mi stai leggendo sappi che sono tutte balle, abbiamo mangiato una mela].

5. Viziato
Per niente.
Naaaa
Cioé, quel giochino che abbiamo visto e comprato era indispensabile.
Cosa? Ah, sì le giostrino fuori dai supermercati.
Si vero, l'abbiamo fatta doppia o tripla.
Ma be', potevamo farne anche di più volendo.
Il libro?
Be' la cultura é fondamentale.
Ah il peluche? Manco di affetto, ve l'ho detto che preferisco non nominare la mamma.
Viziato?
Non direi.

6. Riconoscimento
Avete passato un pomeriggio bellissimo, avete riso e scherzato, vi siete divertiti. Almeno, tu ti sei divertita, un mondo.
Arriva la mamma (finalmente puoi pronunciare quella parola) e le racconti della giornata. tutto fila per il meglio e sei pronta a ripartire quando senti
"tiaaeeeee!!"
"Dimmi!" pensando che sia un misto tra un bacio grande e un abbraccio
"tiaaaeeeee" dice puntando al libro.
Guardo.
"Quella é la Zia Ele?"
"siiiiiii"
Ecco.
Dopo tutti gli sforzi fatti, io sono un maiale rosa con in mano un mestolo.


LOVE IS ALL AROUND... ZAC!

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Dicono che gli opposti si attraggono.
Che bisogna essere complementari.
Pare che due persone diverse si aiutino a sviluppare al meglio i punti deboli, aiutandosi l'uno l'altro.
Pare sia uno spronarsi unico.
Vero, potrebbe esserci qualche litigio qua e là. Qualche piccolo problema di lingua, di comprensione, di modi di fare. Qualche incoerenza.
Magari anche la stazza può porre qualche problema.
Qualche dubbio sull'educazione dei figli. 
Qualche difficoltà ai pranzi famigliari, gli uni amanti per le insalate, gli altri per la carne.
Ma che si può fare?
Quando scatta l'amore, non conta più niente.






"To do"

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I "TO DO", che maledizione.
Per carità, non tutti.
Alcuni sono anche belli tipo "devo andare in vacanza" o "domani devo proprio farmi fare un massaggio", altri meno.
Solitamente i peggiori sono quelli del 31 dicembre che, chissà per quale folle ragione, bisogna crearsi una lista (inarrivabile) di progetti futuri. Propositi di vario genere che già dal primo gennaio pesano su di te e entro fine mese già sono passati nel "ci penseremo l'anno prossimo".
Tra questi, per me, ci sono i propositi culinari. Ricette che vorrei fare, testare o provare. Quelle cose che "quando avrò un attimo farò sicuramente" ma che poi, malgrado la voglia, restano lì, su quella lista immaginaria ed immacolata.
A volte però, capita che ce la fai, che finalmente ci riesci. Non perché hai trovato il tempo, né la voglia. Semplicemente perché era ora.
Così, dopo anni di stazionaria attesa, ecco la mia prima "Nusstorte", famosissima torta di noci engadinese, nota per essere stucchevolmente deliziosa.
Provare per credere!

TORTA DI NOCE ENGADINESE (1 teglia da 24cm di diametro)

300g farina
110g zucchero
160g burro
1 uovo
1 pizzico di sale
qb scorza di limone (io arancia)
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210g zucchero
180g crème fraîche (o panna)
1 cucchiaio di miele
230g gherigli di noce
  • In una planetaria (o con le fruste elettriche) lavorare il burro ammorbidito con lo zucchero. Aggiungere il tuorlo e metà dell'albume e lavorare fino ad ottenere un composto morbido. Aggiungere la scorza di limone (o arancia come nel mio caso), la farina e il pizzico di sale e lavorare fino ad ottenere un composto omogeneo
  • Prendere 2/3 dell'impasto e spianarlo su pochissima farina fino a coprire la teglia (precedentemente imburrata ed infarinata) dove verrà cotta la torta. È importante che l'impasto ecceda sui bordi. Spianare anche il resto della pasta in un disco da 26cm di diametro circa (deve avere qualche cmq di agio rispetto al diametro della tortiera). Mettere in frigorifero
  • Per il ripieno far caramellare lo zucchero con un goccio di acqua fino ad ottenere un colore ambrato. Fermare la cottura versando fuori dal fuoco la crème fraîche (preferibilmente tiepida), riportare ad ebollizione mescolando con una frusta. Aggiungere il miele e le noci. Far raffreddare
  • Togliere dal frigorifero la tortiera e il disco, bucherellare con una forchetta la superficie. Riempire la tortiera (precedentemente spennellata con il restante albume) con la farcia ormai intiepidita stendendola bene, coprire con il disco di pasta e sigillare ai lati (eventualmente spennellati con l'albume così da incollare meglio). Con un coltello tagliare gli eccessi di pasta ai bordi, fare un foro centrale con un coltellino per facilitare la fuoriuscita dei vapori durante la cottura
 
  • Infornare a 180-200°C per circa 25-30 minuti o fino a quando risulterà dorata. Far raffreddare completamente nella tortiera e lasciarla riposare almeno 24h prima di consumarla!



NOTE:
La sigillatura purtroppo non é delle migliori, andrà meglio nelle prossime torte ;-)


Il mio 2014

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Come ogni anno il 31 dicembre porta con sé, oltre a chili di ciccia sulle cosce, bilanci e propositi. I primi solitamente danno il "la" ai secondi che, nemmeno a dirlo, svaniscono con i primi giorni di gennaio. Per questa ragione ho deciso di boicottare il solito post di capodanno. Ho deciso di racchiudere un ricordo per ogni mese dell'anno, un ricordo che mi viene in mente adesso, che magari non é nemmeno il più importante ma che, a 7 ore dalla mezzanotte mi va di scrivere.

GENNAIO
Il 2 gennaio, in una brasserie parigina, mentre mangio una cosina con Lui, ricevo un sms da un'amica di mia mamma che dice "Mi spiace tanto per la perdita di tua nonna". Mi cade il mondo addosso, non ne sapevo niente. Fuggo dal ristorante (con i vicini di tavolo che probabilmente hanno pensato che Lui fosse "il solito strz"), esco e piango e urlo senza dignità. Una signora, sconosciuta e anziana mi abbraccia. Un po' come avrebbe fatto una nonna.

FEBBRAIO
Io, Lui e Mr Geido andiamo in montagna qualche giorno, ci concediamo un po' di pace dal lavoro. Le lunghe passeggiate sulla neve sono solo un ricordo. J, troppo vecchio e troppo malconcio non riesce più a camminare. Riesce comunque a divorare un mazzo intero di carte da gioco mentre siamo a cena.

MARZO
Completamente rovinato dalla mia mania esagerata per le feste (sto già organizzando i miei 30 anni) si lancia in una doppia festa per il suo compleanno. A casa Mr Geido mangia dalle mani di tutti, ci divertiamo con gli amici veri. Io preparo tre torte e ne dimentico una in frigorifero (non la mangerà mai nessuno).

APRILE
In realtà questo mese porta con sé più di un ricordo. Il primo é la morte di J, il 4 aprile dopo una notte di tanta sofferenza. Un ricordo triste e doloroso. Una grande perdita per la nostra famiglia seppur convinti che il teppista sia riuscito a vivere una vita da gran signore. Il secondo ricordo é la mia prima volta a New York, una città piena di vita dalla quale ho portato a casa una valigia piena di oggetti per la cucina.

MAGGIO
Un mese segnato dal lavoro, tantissime serate del corso thailandese. Molte notti con le gambe a pezzi, la gola secca e l'insonnia dopo il lavoro. Un mese però pieno di affetto e di calore, di gente che apprezza il tuo lavoro, di amicizie nuove. Tante le sfide che si aprono, tanti i progetti.

GIUGNO
Abbiamo finalmente iniziato i lavori in casa, dopo anni di peripezie con un tetto che non teneva e minacciava di cadere finalmente siamo riusciti a fare i lavori. Abbiamo progettato assieme una casa "nuova", pensata da famiglia. Ovviamente con tante prese in giro da parte sua per le mie ore e ore investite nel cercare materiali e rifiniture e sfuriate mie perché Lui dopo aver visto tre rubinetti mi diceva "dai ok, scegli". Inutile dire chi l'ha fatta franca vero?

LUGLIO
Vacanza. Finalmente. Io e Lui. Soli. Ricordo una macchina a noleggio, la salsedine e il mare blu. Gli aperitivi a bordo male, la pelle bruciacchiata, le cene e le risate. Ricordo le chiacchierate durante le interminabili passeggiate sulla spiaggia, le partite fallimentari a racchettoni, i libri letti sulla sdraio e un grande senso di felicità.

AGOSTO
Il ritorno a casa, la nostra casa. Ma non soli, in tre. Io, Lui e il piccolo Zac. Una palla di pelo bianca, un batuffolo adorabile. Impossibile sostituire Mr Geido, però questo piccolino ci entra già nel cuore con quell'andatura buffa, quella testa tonda un po' da foca e quegli occhietti neri vispi e allegri. I muri appena rinfrescati sono già sporchi. Siamo spacciati.

SETTEMBRE
Ore e ore di lavoro al nuovo libro. Tante idee, molti progetti. Tante foto, tanti testi corretti. Tante risate a casa con Zac che mi ruba tovaglie o telecomandi della macchina fotografica. Tanta soddisfazione nel vedere il pdf finito e mandare in stampa il mio secondo "gioiellino".

OTTOBRE
Una due giorni a tre, la nostra prima vacanza con il cane. Andiamo a trovare una persona speciale, una di quelle amiche che ti entrano nel cuore e lì ci restano. Una di quelle con cui vorresti passare giornate intere a chiacchierare. Una di quelle con cui condividi le tue passioni. Una di quelle amiche lontane che vorresti potessero essere più vicine. Ci godiamo il mare d'inverno con Zac sporco di sabbia che salta addosso a sconosciuti schifati.

NOVEMBRE
Finalmente esce "Ciccioni per Finta" e vengo sommersa dall'affetto di chi mi sta vicino ma anche da chi nemmeno conosco. Il mio libro entra in classifica e nemmeno me ne capacito. Mi sento al settimo cielo. La passione per il mio lavoro si fa ancora più forte e solida e malgrado le ore di lavoro tra un corso messicano e uno sugli aperitivi di Natale mi sento la persona più felice del mondo.

DICEMBRE
Probabilmente sceglierei oggi.
Non so perché, forse perché é ancora fresco. Forse perché mentre scrivo sta scendendo la notte, Zac dorme nella sua cuccia dopo che l'ho tediato con un servizio fotografico. Lui sta mettendo tavola (lo so, invidiatemi), tra qualche ora arriverà qualche amico, ho preparato cibarie per i prossimi 10 anni e mi sono convertita pure al lievito madre (sono spacciata, di nuovo).
E che posso dire, sorrido, felice e grata a questo 2014 nella speranza che il 2015 possa essere altrettanto positivo.

Per l'occasione vi propongo un aperitivo perfetto per la serata (forse un po' tardi vero?) e vi auguro un meraviglioso 2015 pieno di gioia e soddisfazione.
Un abbraccio

GIRELLE GORGONZOLA, NOCI E PERE (15 pezzi)

250g farina bianca forte
4g lievito di birra secco
15g burro morbido
150g acqua tiepida
5g sale
1 pizzico di zucchero
qb gorgonzola
qb noci di pecan
1 pera
  • In una ciotola (o nell'impastatrice) impastare la farina con il lievito, un pizzico di zucchero, il burro morbido, l'acqua ed il sale. Lavorare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Mettere in una ciotola, coprire con un sacchetto e lasciar lievitare per un'ora ma meglio se due o tre
  • Capovolgere il composto su una spianatoia senza sgonfiarlo, stenderlo con un matterello a uno spessore di 2-3cm. Tenere il lato lungo del rettangolo verso se stessi e schiacciare l'estremità sulla spianatoia (servirà dopo per sigillare il budello)

  • Sbriciolare sulla superficie il gorgonzola e spezzettare le noci. Arrotolare il salsicciotto in modo ben stretto e sigillandolo con la parte che avete fatto aderire al piano di lavoro. Dare una forma bella tonda. Tagliare delle fettine di 2-3cm di spessore e posizionarle sulla teglia foderata da carta forno con la parte appena tagliata verso il basso. Coprire con un sacchetto e lasciar lievitare altri 30-40 minuti o fino a quando non saranno raddoppiati di volume

  • Aggiungere un tocchetto di pera all'interno di ogni girella, spolverare di farina e cuocere in forno preriscaldato a 220°C per 15-20 minuti o fino a quando non saranno dorati 

  • Gustare ancora caldi!



NOTE:
È possibile fare questi rotoloni anche con altre farce quali prosciutto e mozzarella, o perché no del pomodoro. Ma anche con un altro formaggio.
La ricetta (leggermente modificata) é presa dal libro "La magia del Forno" di Paul Hollywood.


Buon anno anche da parte di Zac, prontissimo con l'"intimo" rosso ;-)


Drammi da supermercato

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Spilorcia?
Forse.
Anche se credo sia più legato allo spazio che non al costo.
Ma anche a una mia inclinazione, nata durante l'infanzia,  diciamo anche deformazione, dovuta al TETRIS: io amo riempire (qualsiasi cosa) con ordine logico cercando di farci stare quante più cose possibili.
Il problema é che i sacchetti del supermercato (mia grande passione), a volte, riescono a contenere perfettamente montagne di cibo ma poi, inesorabilmente, si bucano.
Ed é così che mentre a fatica reggi due borse piene, entri in un negozio e.. BAAAAM.
Già.
Una delle due borse si é rotta.
No ma cosa pensi. Non uno dei due manici. Oh no.
Si é proprio sviscerata.
I lime rotolano sul pavimento mentre lo yogurt, caduto dall'altezza di 30cm, ha pensato bene di rompersi sporcando il pavimento.
"Ha bisogno di aiuto?" mi chiede un gentile commesso del negozio
L'istinto é quello di dire "naaaa, va tutto bene, figurati" ma non avendo fazzoletti per ripulire e, soprattutto, non sapendo come trasportare tutta quella spesa chiedo uno straccio e un sacchetto.
Per ripagare la gentilezza compro mezzo negozio.
Ringrazio, raccatto le mie cose, faccio un bel sorriso ed esco.
BAAAAM.
La torretta di chissà quale tipologia di nuovo biscotto, tè o affine viene tranciata al suolo dalla mia leggendaria finezza e goffaggine. Mi giro con orrore pensando che il commesso, a questo punto, mi avrebbe rinchiusa nel banco frigo.
"Non é la tua giornata vedo"
Ecco. Forse preferivo il banco frigo.

[inutile dire che una volta in macchina mi sono resa conto che, di tutto quel che avevo comprato nel negozietto, mancava l'unica cosa che veramente avevo bisogno vero?]


BAGEL (15ina)

250g farina bianca forte
3g lievito fresco
1 pizzico di zucchero
130g acqua
1 uovo
5g sale (+5g per la cottura in acqua)
qb semi di papavero o sesamo
qb prosciutto crudo, insalata, salmone...
  • In una ciotola (o nell'impastatrice) lavorare la farina con il lievito sbriciolato, lo zucchero, l'acqua, metà dell'uovo sbattuto ed il sale. Impastare fino ad ottenere una massa liscia ed omogenea. Mettere in una ciotola, coprire con un sacchetto e lasciar lievitare per un'ora o anche due
  • Sgonfiare l'impasto sulla spianatoia, prendere delle parti uguali di impasto (da circa 20-30g) e formare dapprima della palline e poi facendo un bel buco al centro aiutandosi con l'indice e il pollice. Posizionare i bagel su una teglia munita di carta forno e far riposare per 10 minuti circa
  • Portare ad ebollizione 2L di acqua con 5g di sale e cuocere per porzioni i bagel. Dapprima fino a quando verranno a galla e poi, girandoli, per altri 2-3 minuti. Scolarli e posizionarli sulla teglia. Lasciarli intiepidire 
  • Spennellare il rimanente dell'uovo su ogni bagel, passarli nei semi a piacere e riposizionare sulla teglia. Infornare in forno caldo a 240°C dove avrete lasciato una teglia nera sul fondo, rovente, e sulla quale dovrete rovesciare un bicchiere di acqua. Abbassare la temperatura a 200°C e far cuocere per 15 minuti circa o fino a quando risulteranno dorati. Dovrebbero risuonare vuoti se tamburellate sul fondo
  • Farcire a piacere, nel mio caso con stracchino, rucola e crudo o maionese fatta in casa, insalatina novella e salmone affumicato




 




NOTE:
Ho fatto dei bagel mignon, se volete fare quelli veri, quindi più grandi, consiglio di fare il doppio dell'impasto. Meglio mangiarli il giorno stesso o eventualmente passarli nel forno il giorno dopo per tostarli.



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